lunedì 28 maggio 2012

Felicità

Vivere la vita come una lotta dell'affermazione di se contro tutti, non può portare la felicità. Quelle persone che si sono differenziate dalle altre nelle pene, nella sofferenza, non possono trovare alcuna felicità nel conflitto, ma solo nell'unione, nell'accoglimento degli altri. La felicità non nasce dall'accaparramento, perchè ciò che non sappiamo dare ci possiede, ci imprigiona. La felicità è concedere qualcosa di se e accettazione degli altri, è essere consapevoli che nessuno è autosufficiente, ma saper valutare gli altri non per la loro utilità nei nostri confronti, ma per loro stessi. Ciò che può renderci felici è veder felici quelli che amiamo e non costruire la nostra felicità sulla sofferenza degli altri.

lunedì 21 maggio 2012

Normalità


Voglio raccontare una breve storia che di certo non interessa a nessuno, se non ad una certa bambina, però mi permette di agganciarmi ad un discorso che mi sta a cuore.
C'era una volta una bambina che desiderava tanto avere una famiglia "normale".
Lei non lo sapeva per certo cosa fosse la normalità però vedeva le sue amichette felici con i loro genitori, le cure, le attenzioni, le loro risate, gli abbracci, i pianti consolati o le sgridate al momento opportuno. Vedeva il loro amore, la loro unione, vedeva come si comportavano tra loro, vedeva...le loro famiglie "normali".
Ai suoi occhi di bambina, quella cosa le apparve bella ed immaginò che vivere con dei genitori che ti curano ti aiutano a capire il mondo, che ti guidano in quel cammino che è la vita, era la cosa più naturale del mondo. Confrontando i loro mondi con il suo si accorse di non avere quello che le sue amichette avevano ed iniziò a sperare di poterlo ottenere un giorno. Quello che desiderava, sembrava così "normale" da non riuscire a capire perchè fosse così difficile da raggiungere almeno per lei.
I suoi si preoccupavano sopratutto della sua alimentazione e della salute del corpo trascurando il nutrimento dello spirito, quello morale ed il calore umano.
Quella bambina poi crebbe e quasi senza accorgersene divenne adulta senza mai riuscire ad avere ciò che più desiderava. Impiegò parecchio tempo prima di mettersi per così dire "l'animo in pace" per la normalità che agognava, ma non smise mai di trasmettere l'importanza delle comunicazioni affettive, del calore umano.
I bambini, sono più bisognosi di amore che di vitamine ed un bambino poco amato o amato male, ne risentirà per tutta la vita e recherà nel suo comportamento i traumi avuti nell'infanzia. Anche un bambino troppo viziato, uno di quelli al quale i genitori non negano niente non potrà che crescere con la convinzione di poter ottenere tutto ciò che vuole senza sudarselo.
La potenza dell'amore non va sottovalutata, ciò che rende un bambino un uomo forte e sereno, può renderlo anche debole e fragile. Quello di cui si ha più bisogno a quell'età è un esempio nel quale rispecchiarsi. Il rispetto, l'onesta, la sincerità, la responsabilità e ogni valore non per ultimo l'amore sono cose che si acquisiscono osservando il comportamento di quelli che stanno con noi. Ricordati di quella volta che hai sorriso davanti ad un disastro compiuto dal tuo bambino creando in lui la convinzione che si può trascurare la roba degli altri a vantaggio della propria, o le volte che gli hai permesso di comportarsi male con qualcuno più debole di lui o "diverso", o di quando siete stato un suo streguo difensore anche quando la sua colpevolezza era evidente, rendendolo incapace di affrontare poi da adulto le situazioni difficili o di quando credevate di poter sostituire l'amore di cui aveva bisogno con delle cose.
Come oggi si comporta con voi e con gli altri, che tipo di persona è dipende anche da ciò che gli avete trasmesso.
Ad un genitore può capitare di commettere degli errori anche in buona fede e magari in un futuro di essere giudicati dai propri figli, ed anche se questa cosa non piace a nessuno, può succedere. La cosa migliore è cercare di vederci come loro ci vedono senza trovare giustificazioni ai comportamenti sbagliati. Ogni persona ha una propria coscienza con la quale fare i conti e bisogna farli senza falsità, senza cedere nell'indulgenza, solo così è possibile correggersi e riuscire a fare del nostro meglio per aiutare chi ci sta a cuore ad evolversi ad essere delle brave persone affinchè possano un giorno avere un futuro migliore.

lunedì 7 maggio 2012

Libertà e uguaglianza

Per libertà si può intendere molte cose, c'è la libertà di pensiero di espressione o di azione e molte volte si associa ad un'altro concetto, l'uguaglianza.
Per esempio, un ricco ha più libertà di scelta di un povero, un dirigente è più libero dei suoi subalterni, per cui la libertà è strettamente legata all'uguaglianza.
In un mondo in cui la ricchezza non sia equamente distribuita, in cui un povero è sempre più povero ed un ricco sempre più ricco, in cui i cambiamenti sociali dipendano sempre di più da scelte politiche, come si può parlare di uguaglianza.
Che gli uomini in quanto individui, sia la loro posizione sociale, nazionalità, sesso o razza o religione, abbiano diritto ad un uguale considerazione da parte degli altri, uguali possibilità di carriera e di avanzamento economico è semplice da capire, ma è proprio così? Insieme al progresso tecnologico si può parlare anche di progresso morale?
Per avere la risposta mi sono chiesta se la nostra società, così come è organizzata, ci offre la possibilità di comportarci bene e se si è sviluppata per ridurre le sofferenze e gli errori possibili da evitare. Che ognuno tragga le sue conclusioni.
Uno dei più grandi misteri rimane comunque la nostra stessa natura. Siamo in grado di far crescere messi rigogliose, di costruire palazzi altissimi, di viaggiare più veloci del suono, persino di scoprire altri pianeti, ma non siamo ancora liberi dalla povertà, dalle guerre, dai conflitti raziali.