martedì 19 novembre 2013

Adolescenza

A causa dei recenti avvenimenti, si parla spesso di adolescenti, ma spiegare cosa sia,  non è semplice. Non basta dire che è un periodo della vita, che separa l'infanzia dall'età adulta, e nemmeno si può affibbiare un'etichetta all'adolescente per darne una definizione. L'adolescenza, è un periodo della vita in cui si rimette in questione la propria personalità, e allo stesso tempo, anche il mondo che lo circonda. In altre parole, è il periodo in cui si rivedono le strutture mentali precedenti, in cui tutto viene rimesso in discussione. Per questo, si è sempre detto che è un periodo critico, dal momento che dà una potenziale fragilità e pericolo all'evoluzione della persona. Ma allo stesso tempo, questo è anche il momento in cui tutto può essere recuperato, in cui esiste una rivalutazione per un sano processo evolutivo, quindi una potenziale positiva.
I giovani, all'uscita dall'infanzia, sono portati a porsi degli interrogativi sul mondo, sui problemi, sulla realtà di loro stessi e sulla loro trasformazione. Per conoscere meglio se stessi, devono conoscere la società di cui si preparano a far parte, per cui tutto ciò che ancora ignorano, gli attrae irresistibilmente. Molti, a confronto di tali incognite, si sentono privati della loro sicurezza , fino ad allora avuta dalla tutela dei genitori, anche se poco sopportata. L'adolescente, dunque, ha bisogno dell'adulto, così come ha bisogno di protestare contro di lui per affermarsi. Egli tuttavia, deve sentire che i suoi genitori, lo amano così come è, e come vuole diventare, ed è proprio attraverso l'indignazione che manifesta, che cerca la prova del loro amore. Il termine stesso di obbedienza, basta a farlo irritare, perchè viene considerata cosa da bambini, invece loro sono ben altro. In questo periodo inquieto, è quindi indispensabile la fermezza dei genitori, senza peraltro far sì che i giovani vi possano trovare delle ostilità nei loro confronti. Ciò che l'adolescente vuole, è di sentirsi al pari degli adulti, sentendosi capace di prendere da solo le decisioni che fino ad allora spettavano ai suoi genitori. In verità, tale evoluzione è normale, ed è ciò che ci si augura per loro, ma questa indipendenza potrà compiersi quando, esso sarà in grado di poter supporre il rischio di un qualche problema, saprà valutare, perfino limitarsi. La libertà, non è un regalo, ma è una conquista. Solo quando il giovane non dovrà più affermare la sua indipendenza dagli adulti, potrà viverla come una naturale conseguenza dell'età in cui è giunto. Finchè avrà bisogno di nascondersi, di disobbedire, per una specie di contraddizione per potersi affermare, finchè si sentirà in grado di fare tutto, in una specie di abuso della libertà, correrà il rischio di incorrere verso una dissolutezza senza morale, verso l'ingovernabilità e disordine. E' compito degli adulti limitare gli eccessi di quella falsa libertà, perchè  gli adolescenti non cadano facilmente in quelle deviazioni. Non ci si può aspettare che un ragazzo adotti da solo certi comportamenti, i genitori hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di non sopportare che esso possa mancarvi. Troppa indulgenza  non rende nessun benessere al figlio, perchè incoraggiare o tollerare certi atteggiamenti potrà solo sminuire la loro autorità e distoglierli dai valori essenziali. Ma ci sono alcune cose, che non si possono chiedere ad un adolescente, anche se spesso i genitori sono tentati di farlo. Molti genitori ad esempio, danno troppa importanza al successo negli studi, e sottovalutano tutto il restante comportamento del ragazzo. Ci sono dei genitori, che fin dalla nascita del loro bambino, hanno già scelto per lui un avvenire ben preciso. Possono vedervi il loro naturale successore, pensando di tramandargli ciò che sono riusciti a costruirsi in ambito lavorativo. Così un medico sognerà di vedere il figlio laureato in medicina, per poterlo inserire nel proprio studio medico o di aiutarlo a farsi conoscere in quell'ambiente. Lo stesso vale per qualsiasi altra attività in cui il genitore sia riuscito a ottenere una posizione di prestigio, senza chiedersi quali siano i sogni del figlio, cosa voglia in realtà. In altri casi, vogliono ad ogni costo, fare del loro figlio una persona di successo, orientandoli verso scuole o professioni senza tener conto delle loro effettive capacità o di ciò che desiderano per loro stessi, creando così degli adolescenti, che possono sentirsi inadeguati, non osando accontentarsi di una condizione di normalità. Non si può pretendere che il proprio figlio ottenga un successo ad ogni costo, per sentirsi in parte riscattati dai loro fallimenti, obbligandoli a percorrere una strada che magari  loro stessi avrebbero voluto percorrere, ma che per qualche ragione non hanno potuto intraprendere. Non sta a loro di vendicare non si sa bene quali oppressioni o insuccessi dei loro genitori. Così come è sbagliato, credere di guadagnare qualcosa nel conoscere i segreti del ragazzo, quindi, anche se siete tentati, cari genitori, non leggete i diari dei vostri figli, se non sono loro stessi a permettervi di farlo. Non si tratta di sapere, ma di insegnare e far sapere, che non è la stessa cosa. Piuttosto si deve rispondere ai loro quesiti, senza esigere confidenze, che forse verranno da sole, se essi vorranno.
Alcuni ragazzi, possono trovare conforto nella solitudine, nei silenzi, nei quali si rifugiano, per far chirezza sui loro nuovi sentimenti, spesso confusi, che l'adolescente prova nei confronti del prossimo, che possono essere di affinità o di repulsione. A volte vorrebbe parlare, ha qualcosa da dire, ma l'adulto lo ignora, non lo prende sul serio, così nasce un incomprensione che spesso sfocia nel silenzio. A grandi linee comunque, anche i silenzi fanno parte della sua evoluzione, perchè questo è il momento in cui cerca di orientarsi sul mondo esterno, e deve arricchirsi interiormente. Non appena sarà il momento, riprenderà i contatti familiari o sociali. L'adolescenza, è anche il momento delle amicizie di gioventù, in cui si cerca nell'altro più qualcuno che sia predisposto all'ascolto, un compagno, che un vero e proprio interlocutore. Ma questo, è anche il momento delle "bande" dove si pensa che la quantità, sia più importante della qualità, perchè ci si illude di sentirci più forti, protetti, con tutti gli eccessi che essa comporta. Altri sono più interessati all'esperienza, e facilmente diventano fedeli discepoli di adulti privilegiati, con il rischio di seguire cattivi pastori. In ogni caso, questo è il momento in cui si cerca un modello da seguire per poter sviluppare la crescita dell'individuo, in cui c'è bisogno di stimoli positivi. Ma, come si può pensare che i giovani, riescano a trovare una loro compiutezza, quando, la società sembra incapace di offrire valori morali e modelli necessari alla maturazione, dal momento che essa stessa è inadeguata. Proprio quando la loro sete di autonomia si fa più acuta, la società li priva degli strumenti necessari al loro appagamento. Poi ci si meraviglia che i giovani prolungano le loro esitazioni di scelta o esasperano le manifestazioni della loro originalità giovanile. C'è da temere che molti giovani, sempre più immaturi, in una società che diverrà sempre più cosciente della sua incompiutezza, non riescano a trovare nuove ragioni per evolversi. In conclusione, non si deve dimenticare che durante tutti gli stadi dello sviluppo, quindi anche e sopratutto l'adolescenza, si plasma e si costruisce l'avvenire della vita di ciascun individuo. Dalla loro educazione, dai valori che la società intera e non solo la famiglia, sarà riuscita a trasmettere, dalle discipline essenziali e dalle prospettive future, potranno fiorire adulti intellettualmente, affettivamente, e socialmente responsabili.

domenica 3 novembre 2013

Informazione

Non sono molti gli italiani che oltre a guardare il tg, guardano programmi di attualità e leggono, però esistono anche quelli che vogliono approfondire, forse oggi più di ieri. Non sono nemmeno molti i programmi che vanno incontro alle esigenze del pubblico, programmi in cui ci sia un clima partecipativo che coinvolge la società civile pensante, così come è poca anche la carta stampata in cui si respiri davvero aria di libertà di espressione. La maggior parte dei programmi, che parlano di attualità o di politica, sembrano creati più per far propaganda a questo o quel partito, a creare colpi di scena per intrattenere il pubblico, o a far vedere la bravura del conduttore, se di bravura si tratta,che si gongola davanti la telecamera, come se fosse l'attrazione principale del programma, interrompendo anche gli ospiti che invita, senza nemmeno fargli finire di parlare. Se questa è informazione.
Esiste invece una fascia di popolazione, sempre più ampia, che non si accontenta delle verità formali, ma è alla ricerca di informazioni, di mezzi di comunicazione, ove ci sia qualcuno che fa inchieste o parla di argomenti di pubblica utilità, in cui si infrangono l'incanto della realtà apparente. Troppo spesso coloro che hanno avuto l'ardire di occuparsi di certi argomenti in tali termini, sono stati colpevolizzati o emarginati, perchè troppo scomodi. Se non si vogliono conformare...
Invece ce ne vorrebbero molti di più, di programmi in cui ci sia libertà di espressione, dove poter ragionare con tante teste diverse in un pubblico dibattito, invece che con sondaggi superficiali che non servono a niente e non possono essere veritieri, e ci vorrebbe anche molta più gente che non cerca gloria fine a se stessa, ma che svolge un servizio di pubblica utilità, ove i soldi non siano un fine,ma un mezzo, perchè l'opinione di un qualsiasi cittadino possa essere ascoltata da coloro che fanno le riforme.  

venerdì 1 novembre 2013

Una grande illusione

Ho sempre cercato il modo per poter esprimere il mio spirito creativo, anche se non ho mai pensato di essere un talento, o di poter aspirare a chissà quale riconoscimento. L'ho sempre fatto solo perchè sentivo in me questa esigenza. Così ho provato varie forme di espressione artistica, tra cui la scrittura.
Circa due anni fa, mi sono ritrovata a scrivere un libro. All'inizio erano solo parole, poi mano a mano che scrivevo, sono diventate frasi, a quelle frasi se ne sono aggiunte altre, e all'improvviso mi sono accorta che qualcosa, stava nascendo. Ecco come è nato il mio libro.
Non avevo nemmeno mai pensato di provare a sottoporlo a qualche editore, poi per caso lessi di una selezione letteraria su un sito, a cui potevano partecipare gli esordienti. Mi sono detta, perchè no, meglio che lasciarlo in un cassetto. Ho provato, senza aspettarmi nulla.
Da lì a due mesi, mi sono vista recapitare a casa un plico con tanto di intestazione del gruppo editoriale, al quale avevo sottoposto il mio manoscritto. La prima cosa che ho pensato, era che se si erano scomodati a mandarmelo, voleva dire che avevo ottenuto una risposta positiva. Con entusiasmo, mi accingo ad aprire la pesante busta e tra le altre cose, trovo una lettera allegata, che attira la mia attenzione.
Meraviglia delle meraviglie, il gruppo editoriale era stato ben impressionato dalla Mia Opera e la definiva pronta per essere pubblicata.
Non ci potevo credere.
Per tre secondi, ho pensato che potevo realizzare un sogno, vedere pubblicato il mio racconto.
Per tre secondi, sono stata orgogliosa di me stessa.
Per tre secondi, ho pensato che anche se nessuno dei miei familiari si era mai preso la briga di leggerlo, qualcun altro abituato a leggere milioni di scritti, aveva trovato interessante anche il mio racconto.
Tutto questo è durato però solo tre secondi, o forse qualcosa di meno o di più, non sono stata a cronometrare, insomma è durato poco. Poi il mio sguardo si è spostato in basso, in fondo alla pagina, dove c'era scritto che l'accordo di edizione prevedeva che acquistassi un quantitativo di copie, alla modica cifra di € 2.780,00.    C O S A ?
A parte il fatto, che le mie modeste finanze non mi permetterebbero di poter investire una cifra così cospicua, nemmeno se fossi più che certa di aver scritto un capolavoro, ma nella mia ignoranza, non sapevo nemmeno che un editore potesse chiedere all'autore di finanziare il lavoro di stampa, e come dicono loro di promozione dell'opera. Ora, io non sono un'esperta, però qualche dubbio mi è venuto, così ho cercato di informarmi.
Le informazione le ho trovate, eccome se le ho trovate.
Se qualcuno di voi, aspiranti scrittori, siete come me, diciamo un pò inesperti, vi consiglierei di andare a vedere questo sito, prima di firmare un qualsiasi contratto che vi venga proposto, da una qualsiasi delle tante case editrici, più o meno famose.

 http://scrittorincausa.blogspot.it/2011/11/lautore-esordiente.html

Quello che mi resta, è almeno la soddisfazione di sapere che qualcuno ha trovato il mio racconto, degno di essere almeno preso in considerazione, oltre quei famosi tre secondi in cui ho creduto di poter realizzare un sogno.Comunque ciò non mi farà smettere di scrivere, questa è una cosa mia e nessuno potrà portarmela via.