martedì 24 maggio 2016

L'evoluzione

I criteri di valutazione per misurare la ricchezza di un popolo sono spesso contraddittori. Non credo che si possa definire ricca una società in cui coesistono la ricchezza più nauseante e la povertà più buia. Non si può definire ricco un paese le cui risorse naturali sarebbero più che sufficienti a dare dignità a tutto il suo popolo invece che privilegiare una minoranza e affamare gli altri. Non si può definire ricco un paese in cui alcuni possono permettersi di lasciare in uno stato di abbandono proprietà immobiliari evidentemente superflue, mentre c'è chi dorme per strada.Allo stesso modo non ci si può vantare di possedere splendidi monumenti, cattedrali imponenti ove viene esibito il lusso, in cui vanno a pregare molti cittadini privi dei beni di prima necessità, compreso un tetto sotto il quale ripararsi, così come non si può definire ricco un paese in cui la tecnologia viene considerata più delle risorse umane, tenute sempre di più ai margini. Ma la ricchezza spesso è effimera. Ci sono ricchezze il cui valore cambia col mutare degli ideali dell'epoca, con le necessità dei tempi. Ciò che ha valore adesso potrebbe in seguito non averne più, così come qualcosa privo di valore al momento, potrebbe successivamente assumere importanza. Darwin dimostrò come nel corso dell'evoluzione di ogni specie, qualora compaiano delle mutazioni di un gene, cioè della particella portatrice dei caratteri ereditari, in un gene di altro tipo, esse vengono spontaneamente conservate se utili o eliminate se dannose. Ogni specie ha infatti conservato e accumulato ciò che meglio si adatta alla sua sopravvivenza con il processo chiamato selezione naturale. E' la mutazione quindi che fornisce la materia prima per il cambiamento, e attraverso la selezione naturale permette di accumulare a mano a mano nella specie quei geni efficaci alla sua sopravvivenza e al suo proliferare. L'evoluzione biologica per questo motivo è lenta, perchè deve aspettare la giusta combinazione di quei caratteri, di quei geni più adatti, nel luogo giusto, al momento giusto. C'è però una grande differenza fra evoluzione biologica e evoluzione sociale. I cambiamenti nelle forme di vita sono causate da variazioni che se permettono alla creatura, quale essa sia, di adattarsi meglio al suo ambiente, possono diventare stabili nella specie, mentre nella società quasi tutto è un prodotto di comportamenti adottati o tradizionali che se vogliamo possiamo cambiare. Nel campo sociale si può imparare dall'esperienza di altri e cercare di limitare o evitare errori, possiamo apportare modifiche, correzioni e miglioramenti se vogliamo. Spesso però la gente resiste ai cambiamenti perchè molte persone stanno bene così come sono, un cambiamento lo sentono come una minaccia per il loro potere o la loro ricchezza, senza nemmeno considerare quale sarà il futuro della loro progenie che potrebbe non essere così roseo. Anche coloro il cui potere o ricchezza sono limitati, sono spesso restii al cambiamento, per paura di peggiorare ulteriormente la loro condizione, senza pensare che è proprio non facendo niente che potrebbero peggiorarla. Può anche darsi che vi sia chi vive contento in una società ingiusta o in una società immobile, gente che desidera aggrapparsi a ciò che conosce pur disprezzandolo, per paura dell'ignoto, ma pur prevedendo le conseguenze delle innovazioni devono avvenire dei cambiamenti. Una società che non si evolve non avrà futuro, una società immobile godrà solo di una libertà limitata. La vera trasformazione deve anzitutto avvenire a livello della coscienza, con le nostre azioni e pensieri perchè trasformando noi stessi trasformiamo spontaneamente la nostra società. La somma dei comportamenti sociali coscientemente adottati costituisce quindi la materia dell'evoluzione sociale. Ognuno di noi può contribuire a migliorare la società in cui vive, verso una possibile umanità che nessuno ha ancora realizzata.