lunedì 7 maggio 2018

Progresso regresso

Guardatevi attorno e date uno sguardo al progresso dell'umanità. L'insicurezza economica e sociale hanno reso la nostra generazione piena di ansie che spesso rasentano la disperazione. I valori tradizionali tendono a diventare privi di significato, la disperazione fiorisce paradossalmente in un era di conquiste tecnologiche e scientifiche, ma la domanda che cresce sempre di più è quella di una stabilità economica e sociale. L'odierna esigenza di tranquillità purchè sia,anche solo momentanea, contribuisce a creare fragili barriere perchè non fa altro che ritardare il momento in cui dovremmo affrontare i problemi di cui non è possibile negarne l'esistenza. Non esiste una tecnica facile per poter acquisire un armonia, la complessità della vita spesso non consente una risposta semplice per ciascun problema ed è inutile cercare delle scorciatoie.
Il processo di industrializzazione ha provocato cambiamenti nelle città e nelle campagne, ma ha anche trasformato il pensiero e l'animo umano. Le mille voci del nostro tempo mostrano come nella vita spesso manca, in generale, ciò che è decoroso e opportuno tra gli uomini, il senso della morale e del rispetto reciproco oggi sostituiti da valori passeggeri, da cambiamenti puramente momentanei.
In sintesi potremmo dire che c'è stato un progresso regresso, con un brulicare di cialtroni e imbroglioni, presunzione e avidità, ove nella lotta al potere il problema del bene e del male non si pone, ove prosperano spregiudicati che fanno affari fomentando la miseria e la guerra, rendendo l'uomo facile preda di gente senza scrupoli che approfitta delle necessità.
Alla cupa sensazione di sfacelo si contrappone, da parte di alcuni, una ricerca intensa, appassionata e meditata, uno sforzo serio verso mete più elevate, cercando di dare una speranza che non sia solo una dolce illusione ma qualcosa di concreto. Ed è proprio in coloro che si impegnano senza sosta e avidità, senza rendiconto personale, in cui tanti disperati sperano di trovare un sostegno che porti a superare il nostro tempo difficile e problematico. Questa è una grande responsabilità, perchè è dall'operato di pochi che dipende il futuro di molta gente che spera di trovare la possibilità di ripartire.
Assumere posizioni intransigenti potrebbe però impedire la possibilità di approcci diversi nei riguardi dello stesso obiettivo. Non potrà quindi essere segno di debolezza considerare il punto di vista altrui, come non è segno di forza negare a prescindere ogni posizione diversa dalla propria.
Certo è che il popolo non vuole illusioni, non vuole essere più ingannato con false prospettive di cambiamento. Cambiare significa cambiare in meglio, con reali benefici per la società e per i tanti cittadini in difficoltà, e non con false prospettive che non risolvono i problemi, atte solo a conservare i privilegi di coloro che, di privilegi mascherati da finti diritti acquisiti, ne hanno fin troppi.
Se non verranno aiutate le fasce più deboli a risollevarsi riequilibrando l'enorme divario tra ricchi e poveri, che non sarà certo una tassa uguale per tutti a colmare ma che anzi, sarà l'ennesima ingiustizia; non verranno aboliti i privilegi ed attuata una legge per il conflitto d'interessi, non si potrà parlare di possibile progresso.
Se non verrà attuato un piano di sostegno economico ai disoccupati, continuando a negare l'evidente impossibilità di trovare un lavoro congruo immediato,che spesso costringe i più disperati ad accettare condizioni lavorative al limite della schiavitù, e al tempo stesso non verrà ricercato il modo di concretizzare nuovi posti di lavoro che offrano dignità alla persona, impedito la ricollocazione all'estero di aziende italiane che abbiano ottenuto degli incentivi dallo Stato, snellito le pratiche burocratiche e sopratutto premiata la meritocrazia, come potranno i cittadini credere ancora nelle istituzioni, nello Stato, e sentirsi da esso rappresentati.

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