venerdì 5 ottobre 2018

C'è poco da ridere

Non mi fanno ridere le battute sarcastiche, al limite possono provocarmi un accenno di sorriso, così come non trovo divertente il famoso humour inglese, una freddura per quello che mi riguarda. La maggior parte delle volte le barzellette mi lasciano indifferente, chissà se dipende da me, dal loro contenuto,da chi le racconta o semplicemente non ho molti motivi per ridere e non lo faccio facilmente.Di sicuro far ridere è molto più difficile che far piangere, per quello basta poco, almeno per chi ha ancora un pò di sensibilità, sulla quale a volte, gente di pochi scrupoli tenta di far leva per raggiungere i loro scopi, mentre di pietà da parte loro non ne esiste nemmeno l'ombra.
Certo è che tutti abbiamo bisogno di ridere ogni tanto, ridere per davvero, non quei sorrisetti stiracchiati che sono una forzatura. Abbiamo bisogno di farlo anche nei momenti meno felici della nostra esistenza, anzi, sopratutto in quei momenti. Da ragazzini era più semplice trovare un motivo per farlo, con la spensieratezza degli anni giovanili era facile ridere di gusto e, a pensarci bene, si rideva di niente. Il famoso fanciullino al quale ognuno vorrebbe tenersi ancorato per vivere la vita con leggerezza, durante il corso dell'esistenza viene messo a dura prova, forse la vita stessa è una serie di interminabili prove e, a seconda delle difficoltà che troviamo, da come reagiamo ad esse, da chi incontriamo sul nostro cammino, abbiamo più o meno possibilità di far emergere il nostro lato più spensierato, quel fanciullino che esiste in ognuno di noi. Ci sono però degli adulti che più di farlo affiorare sembrano essere rimasti all'infanzia, eterni irresponsabili sui quali non si può fare affidamento, bambini mai cresciuti perennemente in cerca di mamma o papà nei rispettivi partner a cui appoggiarsi, che vogliono vivere la vita da eterni adolescenti addossando ad altri tutte le responsabilità, senza badare alle conseguenze delle loro azioni. C'è anche gente che, oberati dai problemi e/o responsabilità, non riescono più a trovare, almeno ogni tanto, motivo di sorridere. Ma piangersi addosso e inveire contro la sfortuna non serve a niente.In periodi difficili si può essere tentati di chiudersi nelle proprie paure, smettere di sperare o reagire con astio contro chiunque ci si avvicini impedendoci, a volte, di non riuscire a vedere qualcuno che vorrebbe aiutarci. Nessuno però vuole aiutare chi non fa il possibile per risollevarsi, chi rimane inerme a crogiolarsi nei propri dispiaceri senza almeno tentare di cambiare quello che sembra essere il proprio destino.
E' certo che ognuno ha i propri problemi a cui far fronte e non si può assillare gli altri con i nostri, ma non sempre si può essere ottimisti, parlare di cose felici. Sorridere di fronte alle avversità della vita sicuramente può renderci più simpatici, crea un clima più positivo ma come si fa ad avere sempre un sorriso stampato in faccia. Oddio, c'è anche chi riesce a farlo, riesce a esibire quei sorrisi finti da ebete che mi sanno tanto di una presa per i fondelli, chi ci crede più. E' inutile nascondersi dietro una parvenza di felicità, dire che va bene anche se non è vero, così come è deleterio fare di ogni cosa un dramma, avere sempre il muso lungo. Nessuno vuole avere a che fare con dei lagnoni o con chi è sempre arrabbiato. Come reagiamo ad ogni ostacolo dipende da noi ma,quando i problemi da affrontare riguardano la sopravvivenza è un pò difficile sorridere, non essere in ansia o essere indulgenti contro le ingiustizie. Ognuno di noi. ogni tanto, sente la necessità di staccare dai problemi, concedersi un pò di svago e ripartire con l'animo più leggero, però c'è poco da ridere se non sai come mettere insieme il pranzo con la cena e lo stomaco non ne vuol sapere di smettere di brontolare. C'è poco da ridere quando sei costretto a vivere in precarietà, quando le condizioni lavorative sono pessime o lo stipendio non ti permette di vivere dignitosamente, quando non c'è nessuno che offra la possibilità di risollevarti ed un sorriso non basta a scaldarti il cuore e la mente. Soltanto quando si inizia a vedere uno spiraglio, la possibilità concreta di potersi rialzare, potremo sorridere dei guai, non dare troppo peso alle piccole avversità della vita e magari, tornare a ridere di niente.   

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