Oltre lo schermo ( Romanzo cap.1 )

Prologo



Dopo molti anni trascorsi insieme qualcosa sconvolge la vita di Laura e Lorenzo, sembra che il loro rapporto sia destinato a finire ma nessuno dei due riesce a trovare la forza per porre fine alla loro relazione perché si amano ancora.
Lorenzo da uomo onesto e giusto non vuole commettere l’errore di credere solo a delle voci, Laura da donna fedele e quadrata non sa come portare prove concrete a sua discolpa.
Non hanno mai smesso di amarsi ma questo non basta quando il tarlo del dubbio si insinua all’interno della coppia. La loro storia è a un bivio, forse riusciranno a ritrovarsi riscoprendosi di nuovo o forse no.
L’amore non è un dare e un avere, non è una bilancia che soppesa l’equilibrio di misure perfettamente uguali, ma non è nemmeno sottomissione e controllo.
L’amore non misura, non soppesa, non condanna.

Cap. 1

Ricordi


 Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l’arena stampi…

( Petrarca)



Laura, bastava un niente a renderla felice, ma subito dopo accadeva qualcosa che annullava quel momento. La sorte non le aveva riservato un buon trattamento, ma nonostante ciò, era sempre riuscita a farsi forza  ed a risollevare il morale di chi aveva vicino. Determinata come la madre e sognatrice come il padre, sembrava che niente avrebbe potuto interrompere il suo volo, ma ad un certo punto aveva smesso di sognare e sembrò che le avessero tarpato le ali per sempre.
Alla vigilia del suo trentanovesimo compleanno, nella quiete del suo salotto, comodamente seduta sul divano, Laura considerò che aveva trascinato troppo a lungo la convivenza con il suo attuale compagno. In quel momento, riaffiorarono ricordi esiliati nei sotterranei della sua memoria, ricordi di quando bastava un niente per farla sorridere.
All’epoca aveva 18 anni e Lorenzo 21, si conobbero in discoteca una domenica pomeriggio. La maggior parte delle coppie a quel tempo si formarono proprio in posti simili, ed è in una di quelle che lo vide per la prima volta. Per la verità, non ne rimase particolarmente impressionata, anche se non si poteva certo dire che non fosse un bel ragazzo. Alto, fisico asciutto, due spalle larghe che incutevano senso di protezione ed una più che vaga somiglianza ad un attore famoso molto in voga in quel periodo. Esteticamente non aveva nulla da obiettare ma per lei non era sufficiente. Al contrario del suo gruppetto di amiche, che avrebbero fatto carte false per farsi notare da lui, per Laura non bastava il bel fisico, era altro che avrebbe potuto incantarla. Solo poco tempo prima aveva rifiutato il corteggiamento di un ragazzo che le piaceva davvero molto, sia di aspetto che per gli atteggiamenti mostrati nei suoi confronti, ma aveva capito che quella era solo una facciata dietro la quale nascondeva il suo vero intento, far colpo sulla preda di turno. In quel caso “ la preda “ era lei, ma aveva sbagliato mira, Laura non voleva far parte della sua collezione, né di quella di nessun altro. Le era stato spiegato che da un uomo bisogna aspettarsi un sostegno ed una guida oltre naturalmente il suo amore, alla sua età però aveva già capito, che il più delle volte non era così. Molti rimangono eterni bambini  e sono proprio loro ad aver bisogno del nostro aiuto, o gigolò impenitenti che passano da un’avventura all’altra senza mai scoprire cosa voglia veramente dire amare ed essere amati.
Uno come Lorenzo però non l’aveva ancora conosciuto.
 Si incontravano ogni domenica pomeriggio e per tutto il tempo rimanevano a parlare, seduti l’uno accanto all’altra, su un divanetto un po’ in disparte in quell’ampia sala da ballo dove si erano conosciuti. Per mesi e mesi andarono avanti così ed in quel periodo, Lorenzo non accennò mai a sfiorarla nemmeno con un dito, né ad avvicinarsi più di tanto, nonostante le dicesse spesso quanto era attratto da lei. Laura veniva da una famiglia benestante mentre Lorenzo era di umili origini, ma non era certamente la diversità di estrazione sociale ad incuriosirla anche se, alle conversazioni spesso sterili degli intellettuali, continuava a preferire la semplicità della cosiddetta classe operaia.
Lui non era come gli altri ragazzi che aveva conosciuto, se ne accorse piano piano ascoltando i suoi racconti di vita. Non era tipo da basarsi sulle apparenze e sembrava davvero interessato a conoscerla, a sapere come la pensava su molte cose, ma soprattutto, era molto intelligente.
Lorenzo fu il primo ad aver capito che dietro il suo trucco pesante, quell’aria spavalda e sicura si nascondeva invece una ragazza dolce e smarrita della quale avrebbe potuto prendersi gioco, anche se non così facilmente come sembrava, invece non aveva osato nemmeno toccarla.
Fu questo a farla innamorare e lo stesso fu per lui. Quando la conobbe, credette di aver trovato una tigre da domare, una pantera sciupa uomini e voleva sfidarla. Voleva dimostrare a se stesso ed agli altri, che a dispetto della fama di Laura come di una ragazza inaccessibile, era capace di conquistarla, per poi prendersi gioco di lei. Invece fu proprio la sua innocenza a difenderla, a tal punto che avrebbe scoraggiato un esercito di diavoli.
Venne l’estate e con essa le vacanze. Per tutto il periodo invernale, avevano continuato a frequentarsi in discoteca poi, il loro luogo di ritrovo divenne una piazza in cui lei attendeva il suo arrivo, seduta su una panchina al margine della strada dalla quale Lorenzo appariva in sella alla sua vespa, sempre con un lieve ritardo. Quel giorno di agosto lo ricorda come fosse ieri.

“ Salta su “ le disse e lei non se lo fece ripetere due volte. 

“ Dove andiamo ? “ gli chiese mentre si accomodava il vestito in maniera che una volta partiti,  il vento non potesse sollevarlo facendolo svolazzare, scoprendole le gambe.

“ Lo vedrai, tieniti forte a me “ le rispose.

Così fece. Le braccia di lei lo circondarono. Durante il tragitto, Laura sentiva piano piano il suo corpo aderire sempre di più a quello di lui. Fu quella la prima volta che si toccarono ed a quel contatto scaturirono sensazioni mai provate. Ma la loro non era solo attrazione fisica, ancora non si erano nemmeno baciati che già sapevano tutto l’uno dell’altra. La loro era una comunione di anime, pensieri, sentimenti più profondi. 
Fu proprio quel giorno, in cima ad una collina circondati da uno splendido panorama, che Lorenzo avvicinò le sue labbra a quelle di lei, scambiandosi il loro primo bacio. Per Laura fu davvero il primo e glielo disse, anche se lui chissà se ci ha mai creduto.

“ Ti amoooo “ urlò all’ improvviso Lorenzo allargando le braccia.

“ Tu sei matto “ disse Laura sorridendo.

“ L’amore fa diventare tutti un po’ matti ed io sono pazzo di te “ rispose e così dicendo la strinse a se in un abbraccio.

Rimasero in quella posizione senza dire più nulla, sazi solo della presenza l’uno dell’altra e da allora non si lasciarono più. Questo era amore, quello che entrambi avevano potuto provare prima di allora, era solo aria fritta.
E ora dov’era finita quella sensazione, quel senso di appartenenza, dov’erano finite le loro chiaccherate, il sapersi ascoltare e capire anche solo con uno sguardo.
Le mancava troppo il suo Lorenzo, non era quello che ora le dormiva accanto costringendola a voltarsi di fianco tutte le sere per nascondere le lacrime silenziose che rigavano il suo viso. No, non era più quel ragazzo di cui si era innamorata e adesso nemmeno lei era più la stessa, anche se nel profondo di se sapeva di poterla ritrovare. Lo amava ancora, ed è per quel motivo che stava trascinando il loro rapporto, ma non poteva continuare a vivere nel ricordo di quello che era stato.
Il loro rapporto si era incrinato di netto per i pettegolezzi e le gelosie di lui, scaturite poi in autentiche paranoie. Non sopportava più di essere controllata, non sopportava più che le venisse impedito, sotto forma di violenza psichica, qualsiasi attività che lo escludesse, di venire criticata per un abbigliamento secondo lui poco consono ad una donna per bene, cosa assolutamente fuori luogo data la propensione di Laura a non mettersi mai in mostra. Doveva stare attenta a non dare troppa confidenza a nessuno in sua presenza, a non sorridere troppo perché poteva apparire una consenziente, una stupida, una “facile“ insomma. 
Questa assoluta mancanza di fiducia, era nata da voci di paese, basate sulle false dichiarazioni  che un ignobile individuo aveva pensato di divulgare solo per farsi bello di fronte alla comunità.
Delle loro insinuazioni, Laura avrebbe anche potuto fregarsene, dal momento che lei sapeva che erano false, non si era mai accostata a nessun altro che non fosse il suo Lorenzo, lui era stato il suo primo ed unico in tutto e così era rimasto fino ad allora.
Ma se per lei era possibile non ascoltare quelle voci, non lo fu altrettanto per Lorenzo, che lo condizionarono a tal punto, da iniziare a guardarla con occhi diversi, a cambiare atteggiamenti, a toglierle la fiducia, nonostante non avesse  trovato niente di concreto che potesse giustificare quelle voci.
Per un po’ Laura si mise nei suoi panni, chiedendosi come avrebbe reagito se le parti fossero state invertite, se fosse stata lei a dover subire le allusioni, i sorrisetti maliziosi e perfino qualche battuta sulla sua scarsa virilità, cosa tra l' altro lontanissima da quello che poi era veramente.
Sicuramente non avrebbe reagito bene e questo l’aveva portata a scusarlo per le sue dichiarazioni irrispettose, per le sue azioni al limite della violenza fisica, per i suoi controlli fino allo sfinimento, per la sua morbosa gelosia. Dopo mesi che sopportava le sue angherie ed i vari pettegolezzi degli altri, non riuscì più nemmeno a scusarlo. Forse all’inizio avrebbe reagito allo stesso modo, ma dopo tutto il tempo trascorso senza trovare la minima traccia di qualcosa di concreto, che potesse avvalorare anche una sola di quelle voci, dopo vent’anni trascorsi insieme come due anime in un guscio, sempre uniti ad affrontare le mille avversità della vita, non poteva non credere a lei. Non poteva non credere che non sarebbe mai stata capace di fare una cosa del genere, perché ciò avrebbe significato andare contro ad ogni suo principio, andare contro se stessa. No, non lo poteva credere. Ma poi per cosa, per uno dell’età di suo padre oppure per qualche regalino? Aveva davvero una scarsa considerazione di lei se poteva credere a questo. Se c’era una colpa da parte sua era quella di essere andata a lavorare nel posto sbagliato, ma più che altro per un datore di lavoro sbagliato. 
In quel periodo, lei e Lorenzo non se la passavano troppo bene. Lui era socio di una ditta artigiana che operava nel settore edilizio, ma negli ultimi mesi il lavoro scarseggiava, così Laura pensò bene di dare il suo contributo, trovandosi un lavoretto per aiutare il bilancio familiare.
Alla sua età, c‘era poco da scegliere, c’erano solo offerte indirizzate ai giovani con un massimo di trent’anni ed i posti migliori venivano occupati sempre da qualcuno con delle “conoscenze ” anche se meno qualificati di lei. Anche Laura provò a chiedere a quelli che conosceva, dato che quello sembrava poter essere l’unico modo per trovare un lavoro più consono ai suoi titoli di studio ed alle sue esperienze, ma non ottenne nessun risultato. Avrebbe voluto solo una opportunità per dimostrare i suoi meriti, se mai ce ne fossero stati, o per imparare qualcosa di nuovo, non era poi così stupida, ed era dotata di doti non così scontate, impegno, volontà e costanza.
Data la sua situazione economica non poteva fare altro che accontentarsi di lavori più umili, ma non meno dignitosi di altri, per poter far fronte alle spese basilari. Fu così che si ritrovò a fare le pulizie nella casa di un anziano signore benestante solo e malato. Contrariamente alle sue aspettative, quel posto iniziò a piacerle, non era poi così male, anzi, all’ inizio credette di aver trovato un posto veramente speciale. L’anziano signore le aveva lasciato carta bianca e Laura si sentiva un po’ come a casa propria, dedicandosi alla cura di quell’appartamento come fosse suo, con precisione e coscienza. Lui usciva la mattina presto poco dopo il suo arrivo, lasciandola padrona di destreggiarsi tra quelle stanze immense e per diversi mesi le cose andarono avanti così, poi all’improvviso le abitudini dell’anziano iniziarono a cambiare. Non usciva più di casa come faceva prima e lei se lo ritrovava spesso tra i piedi intralciandone anche il lavoro. Fino a lì, anche se era un po’ antipatico non avere le stesse condizioni, non poteva lamentarsi più di tanto. Quella era casa sua, e se quel signore non si sentiva più di uscire, non poteva fargliene una colpa, ma poi iniziarono i complimenti e questo la mise in allarme. Si fosse limitato a qualche frase gentile ogni tanto, non si sarebbe sentita in pericolo, ma le sue insistenze giornaliere, la portarono ad alzare le barriere. 
Poi, arrivò quel giorno, quello in cui le disse

“ Ti piacerebbe se ti facessi un regalino ? “  

A quella frase si sentì raggelare e dopo un attimo di smarrimento trovò la forza di rispondergli.

“ No, grazie. Ci pensa mio marito a farmi i regali “  ma lui continuò ad insistere

“ Si, ma non come potrei farteli io “ ed in quell’istante capì che era arrivato il momento di trovarsi un altro lavoro e scappare a gambe levate da quel posto.

Arrivò a casa in lacrime, non poteva credere che dietro quell’anziano “signore” dell’età di suo padre, del quale ne aveva esaltato tanto le qualità di uomo garbato, gentile e rispettoso nei suoi confronti, ci fosse in realtà un essere che intendeva vagliare le sue reazioni prima di passare all’ultima mossa, quella finale. Cosa credeva, che soltanto perché aveva bisogno di lavorare, fosse disposta a vendere se stessa ? In quel momento si sentì così stupida per non averlo capito in anticipo e umiliata per quella proposta implicita da non riuscire nemmeno a spiegare al suo Lorenzo le motivazioni che l’avevano portata a rinunciare a quel lavoro che solo il giorno prima, si sentiva così fortunata per averlo trovato.

“ Perché piangi, che è successo ? “  le disse Lorenzo avvicinandosi a lei amorevolmente.

“ Non ci torno più a lavorare in quel posto “  rispose Laura singhiozzando.

Lui fece un passo indietro e l’espressione sul suo volto cambiò all’istante.

“ Ti ha messo le mani addosso ? “ esclamò adirato.

“ No, no… non è quello “ rispose con un filo di voce Laura

“ Allora perché ti comporti così ? “ sentenziò lui quasi come se fosse un’accusa.

“ Non mi piace più “ rispose, iniziando a raccontargli tra le lacrime i cambiamenti di modi, i complimenti e quell’ultima frase che l’aveva così offesa. Ma invece che consolarla Lorenzo rincarò la dose

“ Te l’avevo detto che quello non era il posto adatto a te ma tu hai voluto fare di testa tua “ e poi non ancora convinto tornò a chiederle

“ Ma sei sicura che non ti ha toccata ? “

Nei suoi occhi c’era il sospetto e questo la umiliò ancora di più, tanto da non riuscire a smettere di piangere.

“ Sei troppo disperata perché non sia successo nulla “ dichiarò a muso duro.

Come faceva a non capire, come poteva accusarla, quale colpa poteva attribuirle se non quella di non essere riuscita ad intuirlo prima. Lei era una vittima, ma Lorenzo non credeva alle sue parole, e questo la ferì profondamente. Da quel momento cambiarono le cose tra loro, lei smise di lavorare e lui continuava a guardarla con sospetto. Poi iniziarono i pettegolezzi assurdi e questo rovinò la vita di entrambi.
Il suo passato era già troppo costellato di brutti avvenimenti e questo non l’aveva davvero messo in conto, questo andava ben oltre ciò che si sarebbe mai aspettata.
Era nata in una famiglia benestante e ciò bastava agli altri per credere che la loro fosse una famiglia felice, ma questo era molto lontano dalla realtà. Se si potesse leggere scritto in fronte ad ogni persona quello che nasconde nel proprio animo, molta gente che prova invidia, avrebbe invece pietà.
Ma nessuno avrebbe creduto che dietro quegli abiti di lusso, una bella macchina e la casa in pieno centro, c’erano invece, dolore, disperazione, vuoti di affetti e di responsabilità umane.
Non era ancora un adulta, che si era dovuta destreggiare tra i molteplici  tentativi di suicidio della madre, prendersi cura del fratellino e le assenze del padre dovute non solo a questioni lavorative.
Ce l’aveva fatta ad affrontare molte situazioni che avrebbero fatto desistere anche i più forti, perché non poteva permettersi di lasciarsi andare dato che le persone a lei care contavano sul suo appoggio, ma non era stato semplice. Tante volte la disperazione avrebbe potuto prendere il sopravvento, ma  non aveva ceduto alle lusinghe delle droghe o degli psicofarmaci per tenersi a galla, era stata la sola forza di volontà ed il senso di responsabilità a non farla desistere ed ora, per la prima volta, temeva di non farcela. Non poteva più sopportare quella situazione, doveva parlarne con qualcuno almeno per sfogarsi, anche se nessuno avrebbe potuto aiutarla a dimostrare la sua innocenza. Provò a parlarne con sua madre, ma non le fu di nessun aiuto, anche se avrebbe potuto immaginarlo data la scarsa stima che nutriva nei confronti del genero. I suoi genitori, ma nello specifico sua madre, avevano sempre pensato che Lorenzo non fosse il ragazzo adatto a lei. La madre avrebbe voluto vederle accanto un tipo più raffinato, laureato e naturalmente benestante, caratteristiche che secondo lei l’avrebbero resa felice a prescindere dall’amore. Forse per molte ragazze quella sarebbe stata la massima aspirazione, ma non per lei. Quello che aveva sempre voluto era maledettamente più complicato.
Voleva un uomo che amava e che l’amasse davvero, voleva che fosse il suo amico, il suo bambino, suo padre, il suo compagno, il suo amante, voleva potergli confidare i suoi pensieri più nascosti, voleva che la facesse sentire protetta e al sicuro, voleva sentirsi unita a lui nel corpo e nello spirito, nel pensiero e negli intenti. Questo è l’uomo che avrebbe sempre voluto al suo fianco e con Lorenzo era stato così. Aveva trovato il suo sogno che qualcuno, di cui lei conosceva bene il nome, forse per invidia, di sicuro perchè era un gradasso e non era abituato al rifiuto, aveva pensato di infrangere.
E ora si era ritrovata a doversi difendere anche dal suo amore, per qualcosa che non aveva commesso, a dover giustificare ogni sua azione, ogni suo gesto. La sua vita era diventata un inferno e non vedeva via di uscita.
Anche per Lorenzo non era vita facile e alternava disperazione e rabbia a momenti di pietà verso di lei, verso il suo sgomento per non poter portare prove concrete che potessero dissolvere ogni dubbio.
Non vorrei commettere un’ingiustizia nei tuoi confronti “ diceva, ma intanto quel malefico tarlo scavava tane sempre più profonde dentro al suo animo. Anche lui soffriva terribilmente combattuto se dare ascolto a quei pettegolezzi o credere al loro amore.
Ormai era più di un anno che andava avanti così senza trovare la forza né di far tacere quelle voci, né di troncare la loro relazione.
Intanto, nessuno si era accorto della stanchezza di Laura, della sua fragilità, del suo stato emotivo che di lì a poco, poteva trasformarsi in depressione o peggio.
Chiusi nei loro egoismi, parenti e amici esigevano le sue attenzioni riversando su di lei i loro problemi, come avevano sempre fatto, ma adesso era lei ad aver bisogno delle loro.
I genitori minimizzarono l’accaduto e gli amici ne rimasero volutamente alla larga. Laura si tormentava di continuo per capire come avrebbe potuto dimostrare qualcosa che soltanto lei e quell’essere  ignobile sapevano per certo, solo in quel caso poteva riacquistare la fiducia del suo amore.
Se hai fini di un processo, si è innocenti fino a che non vengono portate prove a carico che dimostrino la colpevolezza, per l’opinione pubblica non è così, basta essere indagati per un qualsivoglia reato, che ti hanno già sentenziato. Questo è quello che le era successo ancor prima di accertarsi della validità dell’accusatore. Se la  fama  di quel “ signore “ era venuta al suo orecchio, come era possibile che non fosse arrivata anche a quello di coloro che adesso la giudicavano ? Sembrava, detto da qualcuno che lo conosceva bene, che quell’individuo fosse sempre stato un “ dongiovanni “ o almeno ci aveva provato ad esserlo, data la sua insana abitudine di sparare balle sulle sue conquiste. Insomma, non perdeva occasione per provarci e se poi gli esiti non fossero stati quelli sperati, se ne guardava bene dal dirlo, anzi faceva proprio credere il contrario.
Certo, non aveva pensato che così facendo, poteva rovinare la vita di qualcuno e nemmeno tutti quelli che avevano ricamato sopra le sue spacconerie. Adesso, sapere questa verità a Laura e Lorenzo non era servito a niente, il più delle volte i pezzi si incastrano troppo tardi, quando ormai non si può più far nulla. Se l’avesse saputo prima, Laura avrebbe evitato di lavorare in quel posto, ma adesso a cosa le serviva sapere certe cose. Era la sua parola contro quella dell’altro. Laura non si era mai permessa di dare troppa confidenza  a quel “signore “, l’unica cosa che gli aveva confidato, un giorno che le chiese come mai facesse quel lavoro e non uno più adatto alla sua istruzione, era stata la sua attuale condizione economica. Forse fu proprio quello a far credere a quell’individuo di poter essere disponibile in cambio di qualche regalo, ed una volta ricevuto il suo rifiuto, aveva ben pensato di vendicarsi in quel modo meschino.
Domani sarebbe stato il suo compleanno e l’unico regalo che avrebbe voluto non l’avrebbe mai potuto ricevere. Fu allora che pensò “ nessuno può farmi più male di così “ e l’unico pensiero consolante fu quello di porre fine alla sua vita, ma non lo fece. La sua cocciutaggine la salvò, non voleva darla vinta a quel bastardo che le aveva rovinato l’esistenza.

In quell’istante squillò il telefono, a fatica si alzò dal divano. Con passi lenti si avvicinò alla mensola dove teneva il cordless e svogliatamente lo afferrò.
“ Pronto “ disse con voce stanca mentre dall’altro capo udì una specie di gracchio

 “ pronto “ tornò a ripetere.
La voce penetrante della sua amica Beatrice, detta Bea, le tuonò nell’orecchio.

“ Ciao Laura sono io. Volevo farti gli auguri per il compleanno.  Si lo so che è domani, ma non credo di farcela a venire. I ragazzi vogliono andare al mare… e sai com’è…perché non capiti tu all’ombrellone così ti do anche il pensierino che avevo comprato “.

Questa era la sua amica, già la sua amica, figuriamoci gli altri.

“ Non sono dell’umore giusto, sai a cosa mi riferisco “ le rispose Laura sperando comprendesse le sue motivazioni.

“ Ancora con quella storia ! Ma digli che la smetta oppure mandalo…sai dove “ le disse congedandola subito dopo con un saluto.

No, non aveva capito. Certo per lei era facile parlare così, non era toccata a lei quella sorte e nemmeno poteva immaginare cosa le stesse accadendo. Quando qualche mese prima le aveva raccontato cosa le era successo, sembrò quasi non crederle, come se Laura avesse voluto ingigantire il problema per chissà quale assurdo motivo.
“ Alla gente piace sparlare degli altri, specialmente nel bar del paese, quello è il posto peggiore…ma poi chissà di chi stavano parlando “ così le rispose la sua amica.

Ma non esistono posti sbagliati, esistono solo persone cattive, e quelle lo erano di sicuro.
A prescindere dal fatto che fosse più o meno vero, quale assurdo sadismo porta un essere umano a prendere in giro un suo simile proprio mentre sta soffrendo per quel motivo? 
Perché quando si è a terra invece di trovare qualcuno disposto a tenderci la mano è più facile che venga sferzato il colpo finale?
Il problema è che nessuno se lo chiede fino a quando non tocca a lui la stessa sorte ed il più delle volte poi se lo dimenticano, ma certe cose non si possono dimenticare.
Alla fine il giorno del suo compleanno, era stato forse peggiore degli altri giorni. Sua madre, le aveva telefonato facendole gli auguri, entusiasta per lei di quel giorno, che nel suo immaginario, sarebbe stato felice da trascorrere, cosa che Laura non volle contraddire. Un po’ per non dispiacerle, un po’ per non dover dare troppe spiegazioni, difficili da far comprendere se non si conosce bene una situazione. Quante poche cose sapeva di lei. 
Suo fratello, impegnato con il lavoro, le aveva telefonato in un momento di pausa. Forse un po’ più consapevole di altri, ma poi nemmeno troppo, delle difficoltà che stava affrontando, si era limitato a degli auguri un po’ meno entusiastici. Il padre, anche lui in un periodo non troppo felice, dovuto a problemi si salute, le aveva fatto gli auguri, anche questi telefonici, in una maniera che non si sarebbe davvero aspettata e che la lasciò allibita.

“ Oggi è il giorno del tuo compleanno…auguri per il compleanno di merda”  

“ Questa volta hai davvero indovinato…è proprio un compleanno di merda” rispose Laura con un filo di voce. Ma quel sussurro non fu percepito, così come tutto il resto. Per completare il quadro, litigò con Lorenzo e quello fu davvero troppo.

Con il tempo Laura si rinchiuse sempre di più in casa, uscendo il minimo indispensabile e trascorrendo buona parte della giornata a letto. Gli amici, se così si potevano definire, si erano allontanati non capendo che per lei quello era un momento difficile e che avrebbe avuto bisogno della loro vicinanza.
E’ facile rimanere accanto a qualcuno nei suoi momenti migliori, il difficile è farlo quando è a terra, quando  ha bisogno d’aiuto, ed è proprio in quei momenti che si conosce la vera indole di una persona. Fu così che Laura capì con chi aveva a che fare. Adesso aveva cose ben più importanti di cui occuparsi a loro avrebbe pensato in seguito.
La situazione peggiorava giorno per giorno, i pettegolezzi pur essendo diminuiti di frequenza non accennavano a placarsi, Lorenzo rimaneva sempre più spesso fuori casa e Laura era sempre più sola. 
I parenti più stretti di Laura, erano al corrente di ciò che le stava capitando, ma nessuno di loro si era mai preoccupato di chiederle in che stato fosse o se poteva aver bisogno del loro aiuto, era davvero sola. Non poteva far altro che attendere che Lorenzo si ravvedesse. La speranza che prima o poi le cose si sarebbero sistemate, non l’aveva mai abbandonata, forte della sua innocenza attendeva che Lorenzo tornasse a crederle. Fu quello il motivo per cui, nonostante gli eventi fossero contrari e cercassero di spingerla in altra direzione, non volle mollare la presa.
Sarebbe stato sicuramente più semplice decidere di andarsene, di rifarsi una vita, ma lo amava ancora e quel gesto avrebbe significato ammettere una colpa che non aveva. Non era lei a dover fuggire.
Quello che le pesava di più, era dover giustificare ogni suo comportamento per non alimentare le paure di Lorenzo. Un colpevole cerca di giustificarsi davanti ad un tribunale, una bambina che abbia commesso una marachella chiede perdono, ma non chi è innocente, non una donna adulta, lei non deve per forza fornire spiegazioni per ogni suo comportamento. Forse se avesse avuto qualcuno con cui parlare avrebbe sentito quella condizione meno opprimente da sopportare, si sarebbe sentita ancora parte del mondo, quel mondo a cui lei non apparteneva più. Quella solitudine, normalmente non le sarebbe pesata, anzi era un tipo piuttosto solitario a cui piaceva coltivare i propri hobby nella quiete della sua casa, adesso quel silenzio era insopportabile. Erano trascorsi ormai quasi due anni e la situazione non accennava a migliorare, doveva parlare con qualcuno per non impazzire, qualcuno che non sarebbe stato prevenuto nei suoi confronti perché condizionato da chi voleva vederla per ciò che non era, qualcuno che avrebbe imparato a conoscerla da oggi. 
Tutto ciò che era rimasto del suo amore per Lorenzo era solo un ricordo di quello che era stato, ma non poteva permettersi di attendere la sua rinascita, se mai fosse stata possibile. Non voleva appassire con il cuore mummificato chiusa tra quelle mura con l’assordante silenzio che la circondava. Quello non era più il momento per il dolore, adesso doveva reagire.  






continua 






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