mercoledì 7 novembre 2018

Io robot

L'accelerazione del progresso tecnologico negli ultimi anni ci consente di assistere all'immensa trasformazione del nostro tempo e immaginare quello che potrebbe avvenire in un futuro nemmeno troppo lontano.Durante il corso della storia, l'essere umano ha fatto scoperte che gli hanno reso man mano più facile l'esistenza ma, da un certo punto in poi alcune scoperte o meglio evoluzioni di scoperte, potrebbero rivelarsi causa di appiattimento dell'individuo, oltre a procurare la scomparsa di molti lavori. Non c'è dubbio che la tecnologia abbia agevolato la vita di ognuno di noi ma non possiamo tener conto dei suoi aspetti negativi. Certo è che diverse capacità umane non sono replicabili e difficilmente lo saranno anche in futuro, per questo, più che verso una disoccupazione di massa causata anche dall'automazione, andremo verso una evoluzione del lavoro, sempre che venga posto un limite a questo cambio di impostazione. E' vero che la tecnologia può, e in molti casi avviene già da tempo, liberarci dalla routine, dai lavori pesanti o velocizzarli, e in questo senso è molto utile, ma il rischio è che molti lavori tendano a scomparire e quella disoccupazione causata anche dalla tecnologia proceda ad un ritmo sempre più vertiginoso. Certo, perchè i robot e le macchine che vengono usati in vari settori al posto degli esseri umani sono più convenienti. Non si ammalano, non protestano nè chiedono aumenti, sono sempre puntuali, non si distraggono e più che altro a loro non vengono pagati contributi pensionistici, nè ferie o indennità.Forse sarebbe il caso di provvedere ad una tassazione.
Ove ancora la meccanizzazione non venga impiegata, l'uomo viene spesso trattato come una macchina, con orari e ritmi lavorativi inumani, senza nessun rispetto del suo essere vivente ed in quanto tale con dei bisogni e necessità che dovrebbero essere tutelati. Le tutele invece, sono finora esistite per quell' imprenditori che agitando lo spauracchio della delocalizzazione per speculare maggiormente, costringevano i lavoratori ad accettare condizioni insostenibili pur di lavorare, tutele che esistono per quei datori di lavoro che non tengono conto delle norme e leggi vigenti in ambito dei diritti lavorativi, tanto nessuno controlla, mentre occultano clausole lavorative insostenibili.
In pratica per trovare un lavoro, sempre se ancora esiste, dovresti accettare di lavorare più ore dell'orologio, naturalmente senza protestare, ad una paga misera o per niente adeguata all'orario e alle mansioni richieste, ovviamente con stipendio in parte fuori busta con nessun vantaggio per te, ma sicuramente per il datore di lavoro, dovresti essere sempre in forma perchè non puoi ammalarti, altrimenti dovresti lavorare lo stesso se vuoi tenerti il posto. Dovresti...dovresti essere un robot.
Semplice no,trasformare l'essere umano in macchina e le macchine in esseri umani. Non è forse questa la strada che vorrebbero intraprendere tutti quelli che si lamentano di non trovare lavoratori disposti a vivere per lavorare, logicamente a loro vantaggio. Coloro che vorrebbero un robot umano con stipendio da fame, che non chiede aumenti, non si lamenta, non si ammala, a cui non pagano i contributi, al quale chiedere all'occorrenza di trovare soluzioni non previste o fantasiose, cose che un semplice robot non potrebbe fare.
L'assurdo è che mentre nei robot cercano di imitare l'essere umano con le sembianze, la voce, le espressioni facciali per simulare delle emozioni che solo un essere vivente può avere, il genere umano sembra esserne sempre più privo.
Di sicuro non si può rallentare il progresso ma, un progresso tecnologico che sfocia in un lavoro sempre più meccanizzato è come il cambio climatico, se non verrà posto un limite, un tetto come con le emissioni nocive, forse ci ritroveremo in un futuro non troppo lontano a dovervi porre rimedio.