martedì 14 giugno 2016

Comunicare

Tutto il giorno parliamo o chiacchieriamo con uno scopo specifico ma anche di facezie, perfino i buongiorno e i buonasera sono essenziali nella nostra esistenza perchè ci rendono consapevoli di vivere in una società. Ora che i canali cosidetti di comunicazione sono più numerosi e complessi che mai, c'è però da chiedersi se davvero sia possibile una comunicazione significativa. La parola "comunicazione" è in relazione con la parola latina "communitas" che significa comunità ma anche solidarietà nei rapporti. Il semplice scambio di frasi non vuol dire comunicare. Comunicare vuol dire superare quella sorta di linea invisibile, quel baratro che ci divide da un altro essere umano e condividere la sorte dell'altro e la propria. Senza comunicazione non vi è collaborazione perchè essa costituisce l'unico mezzo per condividere esperienze e informazioni, per capire e farsi capire, per essere e sentirci parte della società. Comunicare davvero è come pensare a voce alta, non necessariamente pensare in modo eguale, ma pensare insieme. Certamente per fare questo deve esserci un clima di fiducia reciproca in cui prevalga la serenità, nessuno affiderebbe i propri pensieri a qualcuno di cui non ha fiducia. Nella libera condivisione si può anche dissentire, ognuno è libero di pensare con la propria testa e proprio per questo a volte potranno esserci delle divergenze, ma non di meno continuare a rispettarsi senza allontanarsi alla prima incomprensione. Non basta quindi parlare del più e del meno o del tempo per comunicare, le comunicazioni aiutano a formare una comunità, ma solo riuscendo davvero a realizzare una condivisione con i propri simili si può dar vita a una forma di comunicazione. Una vita comunitaria in cui le comunicazioni sono fiacche, potrà esserci solo solitudine e noia e spesso potranno farci sentire smarriti tra la folla. 

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