lunedì 30 settembre 2013

L'educazione

L'educazione è l'acquisizione di cognizioni, ma prima di tutto, è la formazione dell'individuo e del rapporto con gli altri. I genitori, sono i primi educatori, anche se non sono i soli. Con la loro maniera di vivere, il rapporto che avranno saputo stabilire in seno alla famiglia, l'esempio della propria relazione coniugale, potranno influenzare anche ciò che il figlio imparerà fuori dalla famiglia. Questa influenza educativa avverrà senza che i genitori se ne rendano conto, si potrebbe dire a loro insaputa. L'immagine che daranno di se stessi, di come conducono la propria vita, basterà ai figli per modificare lo sviluppo e la conoscenza del mondo. Proprio perchè inconsapevolmente possono influenzare non solo in maniera positiva, ma anche negativa lo sviluppo dei figli, questo fenomeno deve diventare consapevole, così da svolgere bene il loro compito. Ma, per essere in grado di educare l'altro, il genitore o maestro che sia, deve aver raggiunto egli stesso la sua maturità personale, deve aver compiuto la sua evoluzione individuale, da una condizione di dipendenza a quella di autonomia. Oltre a raggiungere una perfetta maturazione, l'educatore deve avere la capacità di trasmettere a colui che intende educare, che non lo fa per soddisfazione personale o che voglia erigersi a sapiente, ma che desidera solo aiutare l'altro affinchè possa elevarsi ad una condizione di adulto responsabile. Solo così si potrà stabilire un rapporto di reciproca fiducia, basilare premessa per poter riuscire nel suo compito. Senza fiducia reciproca, non è possibile pensare di potersi nemmeno avvicinare alla formazione di un essere umano.

venerdì 27 settembre 2013

Perchè

Ci sono cose difficili da accettare, fatti che sono successi, ai quali non sappiamo dare una risposta e che quasi sempre, nemmeno c'è. Qualche volta, ci sono situazioni che sarebbe stato possibile evitare, per le quali invece, esigiamo delle risposte. Ciò che si vuole in quei casi, è cercare di dare un senso a ciò che è avvenuto, ed anche se spesso un senso non c'è, abbiamo bisogno di udirle ugualmente.
Perchè, è un interrogativo al quale molti non danno importanza, ma " perchè" in alcuni casi, diventa la parola più importante del mondo.

sabato 14 settembre 2013

Jikelele

Qualche giorno fa, il tg ha riportato una notizia a dir poco raccapricciante. Un neonato è stato ridotto in fin di vita proprio dalle stesse persone che lo avevano messo al mondo. Questa creatura, avrà bisogno di speciali cure e attenzioni per tutta la vita. Un impegno così gravoso, poteva essere preso solo da qualcuno con ingenti possibilità economiche al fine di garantirgli un livello di vita il più decoroso possibile. In tutta questa triste storia, è successo un fatto che possiamo dire straordinario. Un anonimo benefattore si è fatto avanti per assicurare a quella creatura un futuro. Ciò che più mi ha toccata, oltre l'atto più che caritatevole, che non è per niente scontato, nemmeno tra coloro che hanno ingenti possibilità e che anzi sono spesso tra i primi a ignorare i meno fortunati, è la decisione del benefattore di non volersi mostrare, di non voler alcuna pubblicità a suo favore. Questo, sta a dimostrare che il suo atto, è unicamente un atto di bontà. L'impegno messo da quello che è stato definito " un angelo invisibile " e che data la sua generosità lo è di sicuro, è degno di lode. Ben vengano queste persone così generose, che preso coscienza del loro posto privilegiato nella società, offrono il loro appoggio economico a coloro che sono meno fortunati. Ma la generosità, non è necessariamente un fatto puramente economico, si può esserlo anche se non siamo benestanti. Generosità è regalare denaro o cose, ma anche dedicare un pò del nostro tempo a qualcuno che ne ha bisogno, ascoltare chi ha bisogno di essere ascoltato, o lodare chi lo merita, prestare soccorso e aiuto in vari modi. Ho sempre ammirato chi partecipa a lenire le pene e salva vite con opere di volontariato, ma anche chi si impegna a difendere i diritti umani e di qualsiasi essere vivente, chi protegge i più deboli e gli indifesi e coloro che cercano soluzioni per risolvere i problemi del mondo. Un atto di solidarietà e generosità, non deve essere per forza un gesto eclatante, ognuno può contribuire in base alle proprie possibilità e capacità con il suo pezzettino. Anche parlare di certi argomenti, è utile a richiamare l'attenzione su problemi o ingiustizie  che altrimenti finirebbero dimenticate. Non ci sono scuse perchè ognuno di noi non possa fare la sua parte, trovare il proprio modo, per contribuire a creare una società in cui, generosità e solidarietà, non siano un fatto straordinario. E' la specie umana che si deve evolvere verso un vero movimento di solidarietà. C'è una parola che mi è rimasta impressa, Jikelele. E' una parola Xhosa, una delle lingue del Sudafrica, e significa, più o meno, " diamoci da fare " che è anche un inno oltre una canzone dei  The Generics.  

giovedì 5 settembre 2013

La nostra forza interiore

Ognuno di noi ha in se una forza potenziale che potremmo definire " di riserva ". Può essere sia fisica che emotiva ed a questa attingiamo nei momenti difficili. L'esempio più semplice da fare è quello del maratoneta, che ormai sopraffatto dalla fatica, sente di non poter proseguire nella sua corsa. E' allora che si attiva un processo di interazione con le riserve fisiche, alle quali si attinge per continuare il percorso. Una cosa analoga si verifica con le nostre riserve emotive. Non ci rendiamo conto di averle fino al momento in cui sorge la necessità di utilizzarle. Spesso è proprio nei momenti difficili che scopriamo di avere capacità impensate, si resta meravigliati della nostra forza interiore che ci permette di superare la crisi e magari dare un nuovo significato alla nostra vita. Quello che arricchisce le nostre riserve emotive e che ci permette di imparare, si apprende nel corso della nostra vita. Ogni volta che siamo riusciti ad affrontare la realtà, che abbiamo risolto un problema o che siamo stati capaci di rialzarci o cambiare una situazione o persino noi stessi, ci ha dato coraggio e fiducia ed ha permesso di riempire questa nostra riserva. Ogni esperienza può alterare il deposito, può diminuire o aumentare in base a ciò che incontriamo nel nostro cammino. Ma ogni nuova esperienza ci può portare dei benefici, anche se non sono immediatamente evidenti, poichè ogni esperienza influisce sul nostro carattere e sulle nostre future decisioni. Le situazioni possono variare, i problemi possono essere diversi, ma il comune denominatore è lo stesso. Affrontare la realtà, riuscire a risolvere un problema ci permette di uscire dalla tempesta di quella crisi arricchiti dal coraggio e dalla fiducia in noi stessi, liberi da paure, perchè consapevoli che se siamo stati capaci di farlo una volta, saremo in grado di farlo ancora.