lunedì 8 aprile 2013

Lo spread non si mangia

Mai come ora ci sono stati così tanti suicidi per motivi economici. Ciò che porta a compiere atti così disperati, sono la mancanza di speranza e l'indifferenza.
Ciò di cui mi meraviglio, è di come sia possibile che, nonostante i vari canali informatici tutti i giorni espongano la grave situazione in cui volge il nostro Paese, e non solo quello, ci siano ancora delle persone che sembra non si rendano conto, o non vogliono saperlo, quale sia la realtà di molti cittadini. Forse da loro non arriva la televisione, o magari all'ora di pranzo gli disturba l'appetito sentire di certi drammi e preferisce cambiare canale. I giornali poi, chi li legge più, o solo quelli di gossip e di moda, meno impegnativi e non si corre il rischio di imbattersi in certe notizie che potrebbero rovinare la giornata, già così piena per loro di preoccupazioni. Certo che deve essere faticoso decidere l'abito che bisogna mettere per questa o quella occasione, scegliere il cibo giusto, le vacanze giuste e così via. Si possono anche permettere di buttare ciò che non gli aggrada, mentre molta gente muore di fame, ma loro non lo vogliono sapere, così non devono preoccuparsene. Bisogna stare allegri, non vogliamo mica che diventino tristi per noi, non sarebbe giusto.
Bisogna anche capirli poveracci, non sanno cosa significa affrontare certi drammi, non possiamo biasimarli se vogliono ignorare ciò che per molti è realtà.
Una cosa però voglio chiedervi. Quanta gente deve ancora morire prima che vi rendiate conto della drammaticità della situazione, e prima che qualcuno si decida a porre fine a questi suicidi di Stato?
Un Paese civile non lascia indietro nessuno dei suoi cittadini, e non permette che si debba arrivare a gesti inconsulti prima di decidersi a trovare dei rimedi. Non credete che sia arrivato il momento di occuparsene prima di avere altri morti sulla coscienza?

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