martedì 25 marzo 2014

Devozione e razionalità

Il razionale, inteso non come colui che predilige il pensiero, ma come colui che crede esclusivamente nell'intelletto, nella ragione senza concepire nient'altro, confida nel progresso senza voler rendersi conto, che all'evoluzione della razza umana, corrisponde un'altrettanta regressione. Ritiene l'uomo moderno più progredito, solo perchè ha sviluppato alcune capacità tecnologiche, e pensa che qualsiasi mezzo sia lecito, compreso lo sfruttamento, per raggiungere i suoi scopi, senza considerare che non è solo la tecnologia a rendere l'essere umano più progredito. Spesso è incline all'intolleranza verso chi crede in valori diversi dai suoi, ed in nome della sua ragione si reputa autorizzato ad imporre il suo principio. Ricerca il potere e non disdegna di utilizzare qualsiasi mezzo per il "bene" di tutti, stupendosi poi di incontrare così tanta resistenza in coloro che egli considera esseri inferiori. Diffida di tutto ciò che è istintivo proprio perchè si sente insicuro verso ciò che non può dominare. Sembrerebbe volesse riorganizzare il mondo con la forza.
L'uomo di fede o religioso che dir si voglia, non inteso come ecclesiastico, posa il suo fondamento di vita sulla reverenza. Crede che l'essere umano sia destinato a servire, e se pur apprezza la ragione, non pensa sia sufficiente a conoscere il mondo, meno che mai a dominarlo. Nei suoi momenti di paura, si rifugia nella fede, affidandosi completamente ad una volontà superiore con l'idea che essa persegua i propri fini anche con mezzi che l'uomo comune non può comprendere. Non crede nel progresso tecnologico, non è alla ricerca del potere, nè ama prevaricare o comandare, ma questa sua grande virtù, diventa invece un handicap quando, nei casi in cui sarebbe opportuno, resta tiepido o in contemplazione. Spesso giustifica il suo scarso impegno con il fare opere di bene, e allo stesso modo, giustifica le sue colpe a volte anche quelle altrui. Non è nemmeno incline all'educazione dei propri figli, perchè non crede nella ragione, e considera sciocchezze il sapere e la cultura.
Quello che voglio dire, è che trovo altrettanto responsabili, sia coloro che ritengono necessarie le guerre, la pena di morte, lo sfruttamento, le violenze, per il raggiungimento di una visione di  un mondo ordinato, che coloro che non fanno niente e non si espongono sufficientemente per impedirlo.

" Una ragione troppo sicura di sè,
diventa violenta e totalitaria.
Una fede che non faccia
spazio al dubbio e alla ricerca,
diventa nient'altro che
una rassicurazione comoda"

B.Forte

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