sabato 8 marzo 2014

Festa della donna

Per secoli uomini e donne hanno modellato la loro vita su uno schema ereditato dalla preistoria, l'uomo che procurava il cibo e la donna ad accudire la casa e allevare i figli. Oltre a questa divisione di compiti, esisteva anche quella dei valori, come se da un lato, potesse esserci: forza, sapere e potere decisivo, mentre dall'altra: debolezza, intuizione e accondiscendenza. Eppure anche allora le donne lavoravano, nei campi, nei negozi, nelle attività, ma sempre sotto lo sguardo vigile di un uomo, un pò come fossero sudditi dell'uomo-padrone.
Nello stesso tempo si occupavano della conduzione familiare, con la soddisfazione di aver compiuto il loro dovere: biancheria pulita, casa in ordine, marmellate e coscienza apposto.
All'improvviso tutto cambia. Le donne escono dal guscio in cui fino ad allora erano state relegate, ritrovandosi a guardare al mondo con occhi meravigliati, accorgendosi di possedere anch'esse la competenza necessaria per ambire a ruoli ben diversi, anche se fino ad allora avevano fatto loro credere il contrario.
Affrontando il lavoro con funzioni un tempo riservate agli uomini, le donne iniziarono ad avere coscienza del proprio valore, si accorgono di possedere competenza e intelligenza. L'antica divisione dei doveri e dei diritti nel lavoro ma anche nella vita familiare e civile, così come era stata conosciuta fino ad allora, andava modificata. Questa nuova mentalità ha prodotto un cambiamento, ma non è stato facile cercare di attuarlo, così nacquero conflitti e contraddizioni. Gli uomini, non accettarono volentieri di abbandonare i loro antichi privilegi, mentre le donne, eterne vittime del dovere, per sentirsi all'altezza dei loro padri, dei figli, dei mariti e per realizzare la loro personalità, hanno fatto un dovere anche di ciò che era un diritto.
Lavorare per sentirsi realizzate quindi, ma poi c'è da occuparsi anche della casa, del marito, dei figli, e questo non permette agevolmente di conciliare i vari compiti, con conseguenti disagi. Il lavoro libera, ma in molti casi, rende anche schiavi. Le donne che lavorano, spesso si trovano di fronte ad una scelta, mentre i loro compiti andrebbero facilitati, con orari e creazione di servizi sociali efficienti. Alle donne che non hanno lavorato o interrotto la loro carriera per fronteggiare situazioni drammatiche o semplicemente per crescere i figli, non andrebbe loro negato l'accesso o il rientro ad attività professionali, ma valutata la loro competenza.
Quelle invece che scelgono di rimanere a casa, si rendono conto che tendono ad apparire come sminuite, mentre la loro funzione dovrebbe essere riconosciuta come un mestiere, con i diritti materiali e morali che vi sono connessi. Esse, oltre alle mansioni domestiche, non solo allevano dei bambini, ma anche dei cittadini e quindi futuri membri della società produttiva, spesso si occupano degli anziani di famiglia, e devono risolvere decine di problemi quotidiani, cercando di amministrare nel modo migliore la propria famiglia. Per questo, meritano una sorta di riconoscimento, e perchè no, se ci fosse la possibilità, anche un salario sociale.
Molte donne infine, sono vittime dell'amore, a volte anche della vita, per loro riuscire a reinserirsi nella società non solo lavorativa, è ancora più difficile, per cui andrebbero maggiormente sostenute.
Ed è principalmente a queste ultime che oggi, giornata in cui si celebra la festa della donna, rivolgo il mio incoraggiamento, insieme al mio augurio. Ma voglio ricordare anche le tante donne che in tutto il mondo, per prime hanno combattuto per la nostra emancipazione, e tutte coloro che hanno compiuto qualcosa di nuovo per aiutare quelli che sono venuti dopo di loro. Ma pur riconoscendo i risultati raggiunti, molte cose andrebbero ancora migliorate. Solo quando verremo riconosciute innanzitutto come persone, ancor prima che donne, quando verrà valutata la competenza di ognuno, non in base al sesso ma in base alle singole capacità, senza emarginazioni e nemmeno favoritismi nel giudizio, potremmo dire di aver raggiunto quello che è nostro diritto.
In questa giornata, esibire un rametto di mimosa, simbolo della sensibilità femminile, è comunque voler commemorare le tante donne, che hanno permesso a voi, a noi tutte, di elevare il nostro ruolo nella società e all'interno delle nostre famiglie.

Auguri a tutte le donne
          

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