sabato 20 giugno 2020

Il vero volto della vita ( H. Hesse )

Per chi è dotato in misura superiore alla media, il cammino della vita è sempre stato difficile e pericoloso. Il diffidare dell'esperienza altrui fa parte delle armi naturali con cui l'individuo più che mediocre deve difendersi dal mondo che lo vorrebbe appiattire, normalizzare e costringere ad un antipatico adattamento. Per molti l'esistenza, in un simile stato di tensione e di continua difesa diventa insopportabile al punto che egli impaziente si rassegni infine a cedere e salvi un misero resto del fuoco divino col trasferirlo in un inglorioso romanticismo ipocrita, che dell'altrui incomprensione si fa ornamento. Ma vi sono altre e nobili vie, percorrendo le quali si incontrano anche aiuti e provvidenze di tipo speciale. Indipendentemente che abbia o no successo, egli trova il suo compenso nella coscienza di partecipare al mondo dello spirito, nel sentirsi fratello e sorella a mille predecessori e compagni di lotta, ed acquista la capacità di sentire tutto quanto è bello e saggio e vive indistruttibile attraverso tutte le epoche e tutte le civiltà. Colui che ha in sè sufficientemente forte l'amore del vero e del bello, l'esigenza di entrare a far parte del loro regno e ad essere illuminato dalla loro luce, nei giorni della sua vita può restare bensì isolato e incompreso, ma la sua sorte rimane sempre nobile, affascinante e degna. Per percorrere questa via, occorre però un ingegno non comune. Il mondo brulica di poeti pieni di magnifiche idee ma incapaci di parole che accendono, di pittori ricchi di fantasia, ma privi dell'innata passione per il gioco dei colori, di pensatori pieni di nobili e umani sentimenti ma senza forza e temperamento per esprimerli. Ci son poi molti che, per doti innate idonei a risultati più che mediocri, non sono però dotati in modo speciale per le arti, ma hanno una predisposizione generica, un plus di spirito e di fantasia, una singolare capacità di vivere, di comprendere e di sentire intensamente. Anch'essi hanno sofferto, come quegli altri, del loro isolamento e della loro diversità, ma continuano nel desiderio di dare un senso reale alla loro dura esistenza, di uscire dall'isolamento. Vogliono votarsi a qualcosa, ma non sono oratori, non sono poeti nè profeti, nè pensatori. Capita loro di incontrare un giorno la cruda realtà, c'è come uno sguardo o un richiamo che li scuote dal loro sognare, e allora scorgono il vero volto della vita, la sua grandezza tremenda e bella. E a quella vista, si votano agli affamati, agli ammalati, ai poveri, ai sofferenti. E proprio in essi vediamo cosa siano in realtà intelligenza e genio, quelli in cui l'umanità raggiunge il suo punto più alto. A loro si rivolge ogni uomo che aspiri a qualcosa di più che alla norma e alle banalità quotidiane. Perchè il genio è forza d'amore, è volontà di dedizione.

                                                                                      H.Hesse

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