mercoledì 15 maggio 2013

Dello scrivere

Scrivere, non mi fa solo pensare a penna, matita, inchiostro, carta, a lettere o a libri, ma non meno, a tracce e a segni di altro genere, a scritti della natura sopratutto, e perciò a immagini che nascono indipendenti dall'uomo, senza volontà, ma che al nostro spirito, danno notizia dell'esistenza, che noi possiamo leggere e che diventano oggetto, sia della scienza che delle arti.
Si può scrivere anche senza penna, pennello, carta o pergamena. Scrivono il vento, il mare, il fiume e il ruscello, scrivono gli animali, scrive la terra quando, da qualche parte corruga la fronte. L'albero scrive i ricordi della sua vita nei suoi anelli annuali. Ogni processo naturale può essere sentito da noi come uno scritto, come espressione, poesia. E' questo l'atteggiamento degli spiriti religiosi, dei poeti e anche dei veri scienziati che non cercano, come i violenti di sfruttare e violentare la natura, nè adorano atterriti le sue forze gigantesche, ma vorrebbero contemplare, capire, intendere, amare. Lode a voi, scritti meravigliosi della natura, indicibilmente belli nella vostra innocenza. Nessun pittore ha mai accarezzato la tela in maniera così scherzosa, amorevole, sensibile e delicata come il vento estivo, quando ha il ruzzo di lisciare, di pettinare e scompigliare l'erba ondeggiante, o quando, gioca con nuvolette, che restano sospese, mentre la luce accende, in arcobaleni della durata di un attimo, i loro orli diafani come un sospiro. O quanto, in questi segni, la caducità e la fugacità di ogni gioia e di ogni bellezza, parla al nostro cuore col suo incanto, irreale eppur base di ogni realtà. Ogni scritto, si cancella entro poco o molto tempo. Lo spirito dell'universo legge tutti gli scritti, per noi è bene averne letti alcuni e intuirne il significato, il senso che si sottrae a ogni scritto, e che pure vi è racchiuso, è sempre lo stesso. Si possono scegliere le parole altrimenti o ordinare le frasi in forme diverse, disporre e utilizzare differentemente i colori sulla tavolozza, servirsi della matita dura o di quella morbida, ma da dire non c'è che una cosa sola, quella detta e tentata così spesso, quella eterna.



Dello scrivere e delle scritture
     Hermann  Hesse
 

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