sabato 2 maggio 2015

Vita quotidiana

La vita quotidiana è fatta di gesti sempre identici,di ripetizioni: alzarsi al mattino, preparare la colazione, fare le pulizie, uscire, percorrere le stesse strade, immergersi nella folla, guardare l'orologio, leggere il giornale, attraversare la stessa porta dell'ufficio o fabbrica o negozio e così via. Molti avvertono il peso di questa monotonia cercando di evadere sognando a occhi aperti, ed in essa possono prendere forma le creazioni più autentiche che nel quotidiano mettono radici, trovano l'attuazione delle aspirazioni più elevate, oppure restano solo un espressione astratta destinata a perire senza lasciar traccia. Nella vita quotidiana si può trovare quindi lo straordinario accanto alla più piatta banalità. Troppo spesso però la vita quotidiana mostra di essere terreno della fortuna o della sfortuna, del caso o del destino o di entrambe le cose, contro le quali anche lo straordinario non può far nulla. Così, nel quotidiano trovano posto sia le alienazioni che le realizzazioni dell'essere umano, possibile e impossibile, perchè possibile e impossibile vanno di pari passo, e spesso il possibile non scelto diviene impossibile. La vita quotidiana però non si esaurisce nella vita di lavoro nè in quella della famiglia e neppure nelle distrazioni, nelle passioni, negli affetti o nelle relazioni, ma comprende tutte queste fasi.Vita quotidiana quindi è anche vita sociale ed i luoghi di passaggio come la strada, il caffè, la stazione, lo stadio, sono luoghi d'incontro, ma l'uomo dubita ancora del linguaggio e rivela la sua incertezza di fronte ad una comunicazione di cui non si conosce con sicurezza per quale motivo avvenga o in che maniera o a che livello. Si parla del tempo, dei figli, della famiglia o del lavoro che c'è o che non c'è, in uno scambio di parole sempre uguali, forse inutili ma tuttavia significative, perchè è indubbia la necessità di comunicare. A volte ci si racconta, ma con i dovuti limiti, ci si confida quel poco che basta per creare un legame, in un miscuglio di fiducia e sfiducia, in un linguaggio che dice e non dice, che evita di dire o non può dire per non fare la figura dello sprovveduto che offre all'interlocutore le sue fragilità. Quando il bisogno di comunicare, di relazionarsi, non trova le parole per esprimerlo, scompare o si ribella. La vita quotidiana è quindi sempre uguale e sempre diversa, con il continuo succedersi dei personaggi, degli aspetti, degli oggetti e delle ore in quel deserto affollato di solitudini che è l'esistenza.

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