giovedì 19 dicembre 2013

Buon Natale

Il Natale, è la festa in cui si celebra la nascita di nostro Signore Gesù. Il termine festa, di per se stesso, evoca un qualcosa di lieto, allegro, e ci porta a pensare ad un luogo in cui ci si ritrova per stare insieme, in cui ci si riunisce per onorare con spirito gioioso, qualcuno o qualcosa che ci accomuna. Proprio perchè il S. Natale è la festa più importante dell'anno, ognuno di noi, ha il diritto di trascorrerla senza essere immersi nel disorientamento di chi non ha più certezze. Con tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese, con tanta gente allo stremo, ad augurare Buon Natale, sembra quasi di prendere in giro coloro che soffrono, che sono costretti a lottare per sopravvivere. Anche se molti non vogliono vedere, nel giorno di Natale, non ci saranno solo le tavole imbandite e la gioia dei commensali dei troppi, che per loro fortuna, non conoscono l'altra faccia della medaglia, e nemmeno vogliono sapere quale sia l'altro volto dell'umanità.
Il Signore Gesù, nostro Dio, è nato proprio per coloro che soffrono, è nato per ridare speranza, per dimostrare a tutti noi, che è dall'amore verso il prossimo che è possibile ripartire.
A Dio, non interessa sapere che tipo di abito indossi, ma cosa c'è nel tuo cuore.
Non ti giudicherà in base al tuo stipendio, ma giudicherà cosa hai fatto per ottenerlo.
Non guarderà il colore della tua pelle o la bellezza del tuo corpo, ma cosa c'è nella tua anima.
Non ti chiederà quale sia il tuo titolo di studio, ma se hai svolto il tuo lavoro al meglio delle tue capacità.
Non vorrà sapere quanti siano i tuoi amici, ma se tu sei stato un buon amico per loro.
Non vorrà sapere quanti o quali luoghi hai visitato, ma se hai aiutato coloro che durante il tuo cammino ti hanno chiesto soccorso.
E sopratutto, Dio non ti chiederà perchè hai impiegato tanto tempo per trovarlo, ma ti accoglierà a braccia aperte.
Senza l'amore, senza considerare l'altro, non come un nemico, un essere inferiore o un estraneo, ma come nostro fratello, non troveremo pace. Per onorare Gesù nostro Dio, per celebrare con il S. Natale la sua nascita, non esiste altro modo che amarci, rispettarci e aiutarci gli uni con gli altri.

" The world is so wrong and so happy Christmas"


mercoledì 4 dicembre 2013

Aspettando il Natale

L'atmosfera natalizia che si crea ovunque già nei primi giorni del mese di dicembre, ci viene trasmessa attraverso le luci, le vetrine dei negozi allestiti, i mercatini in cui trovare ornamenti per il nostro abete o presepe, che a breve faranno la loro comparsa nelle nostre case. Su tutti gli scaffali dei supermercati, come nel negozio di generi alimentari vicino casa, sono già stati messi in bella mostra i tipici dolci natalizi, e le confezioni create per l'occasione. Al di là del significato di questa festa, che non è certo quello consumistico, ciò che davvero riesce a creare l'atmosfera natalizia, è la musica. Non a caso, nei films è quella che enfatizza una scena, così da coinvolgere maggiormente lo spettatore. Non saprei immaginarmi un film che amo senza le tracce sonore che l'accompagnano, avrebbe sicuramente minor impeto. Lo stesso è per l'atmosfera natalizia.
Questa festa, mi evoca classiche melodie tante volte udite, quelle delle voci bianche dei bambini che intonano cori natalizi, i concerti di musica sinfonica delle grandi orchestre, con gli archi, i violini, gli strumenti a fiato, gli ottoni, gli strumenti a percussione e il pianoforte. Mi fa pensare ai cori Gospel, ma anche ai grandi interpreti della canzone, che celebrano lo spirito natalizio con le famose note del panorama internazionale, in un perfetto connubio di musica e parole. Ma Natale è anche solidarietà, anche se non deve essere una prerogativa puramente natalizia, ma questo è un'altro discorso, in ogni caso risveglia in ognuno di noi, il desiderio di partecipazione. Ed è proprio in questa occasione, che spesso partono anche dalla musica, opere umanitarie, con concerti per la solidarietà, o dischi creati appositamente con la cooperazione di vari artisti, che devolvono il ricavato di quel lavoro, in favore di questa o quella causa.
Si può dire che la musica riesca a riunire un pò tutti, proprio perchè utilizza un linguaggio universale, che ciascuno di noi interpreta in base alla propria sensibilità. Potremmo anche dire che non ha età, pur se alcuni ritmi, modi di cantare o di suonare, sono più facilmente accumulabili ad un epoca rispetto ad un'altra, ma in generale, una buona musica, così come una bella canzone, sono e rimarranno sempre piacevoli da ascoltare.
Spesso vediamo generazioni diverse, unite proprio dalla passione per lo stesso tipo di musica, perchè è quella che da sempre accompagna la nostra vita. Ognuno di noi, associa una canzone specifica o una melodia, ad un momento ben preciso della sua esistenza, riuscendo perfino a ricordare le sensazioni, i sentimenti provati in quel periodo, solo riascoltandone il motivo. Le melodie che riguardano il Natale, non sono da meno, anch'esse riescono a predisporci mentalmente verso la festa più importante dell'anno. Così ben vengano tutte le iniziative che riescono a riunire le persone, con spirito di gioiosa partecipazione, senza dimenticarsi che anche se il Natale viene una volta all'anno, il piacere dello stare insieme, bisogna ricercarlo sempre.  

martedì 19 novembre 2013

Adolescenza

A causa dei recenti avvenimenti, si parla spesso di adolescenti, ma spiegare cosa sia,  non è semplice. Non basta dire che è un periodo della vita, che separa l'infanzia dall'età adulta, e nemmeno si può affibbiare un'etichetta all'adolescente per darne una definizione. L'adolescenza, è un periodo della vita in cui si rimette in questione la propria personalità, e allo stesso tempo, anche il mondo che lo circonda. In altre parole, è il periodo in cui si rivedono le strutture mentali precedenti, in cui tutto viene rimesso in discussione. Per questo, si è sempre detto che è un periodo critico, dal momento che dà una potenziale fragilità e pericolo all'evoluzione della persona. Ma allo stesso tempo, questo è anche il momento in cui tutto può essere recuperato, in cui esiste una rivalutazione per un sano processo evolutivo, quindi una potenziale positiva.
I giovani, all'uscita dall'infanzia, sono portati a porsi degli interrogativi sul mondo, sui problemi, sulla realtà di loro stessi e sulla loro trasformazione. Per conoscere meglio se stessi, devono conoscere la società di cui si preparano a far parte, per cui tutto ciò che ancora ignorano, gli attrae irresistibilmente. Molti, a confronto di tali incognite, si sentono privati della loro sicurezza , fino ad allora avuta dalla tutela dei genitori, anche se poco sopportata. L'adolescente, dunque, ha bisogno dell'adulto, così come ha bisogno di protestare contro di lui per affermarsi. Egli tuttavia, deve sentire che i suoi genitori, lo amano così come è, e come vuole diventare, ed è proprio attraverso l'indignazione che manifesta, che cerca la prova del loro amore. Il termine stesso di obbedienza, basta a farlo irritare, perchè viene considerata cosa da bambini, invece loro sono ben altro. In questo periodo inquieto, è quindi indispensabile la fermezza dei genitori, senza peraltro far sì che i giovani vi possano trovare delle ostilità nei loro confronti. Ciò che l'adolescente vuole, è di sentirsi al pari degli adulti, sentendosi capace di prendere da solo le decisioni che fino ad allora spettavano ai suoi genitori. In verità, tale evoluzione è normale, ed è ciò che ci si augura per loro, ma questa indipendenza potrà compiersi quando, esso sarà in grado di poter supporre il rischio di un qualche problema, saprà valutare, perfino limitarsi. La libertà, non è un regalo, ma è una conquista. Solo quando il giovane non dovrà più affermare la sua indipendenza dagli adulti, potrà viverla come una naturale conseguenza dell'età in cui è giunto. Finchè avrà bisogno di nascondersi, di disobbedire, per una specie di contraddizione per potersi affermare, finchè si sentirà in grado di fare tutto, in una specie di abuso della libertà, correrà il rischio di incorrere verso una dissolutezza senza morale, verso l'ingovernabilità e disordine. E' compito degli adulti limitare gli eccessi di quella falsa libertà, perchè  gli adolescenti non cadano facilmente in quelle deviazioni. Non ci si può aspettare che un ragazzo adotti da solo certi comportamenti, i genitori hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di non sopportare che esso possa mancarvi. Troppa indulgenza  non rende nessun benessere al figlio, perchè incoraggiare o tollerare certi atteggiamenti potrà solo sminuire la loro autorità e distoglierli dai valori essenziali. Ma ci sono alcune cose, che non si possono chiedere ad un adolescente, anche se spesso i genitori sono tentati di farlo. Molti genitori ad esempio, danno troppa importanza al successo negli studi, e sottovalutano tutto il restante comportamento del ragazzo. Ci sono dei genitori, che fin dalla nascita del loro bambino, hanno già scelto per lui un avvenire ben preciso. Possono vedervi il loro naturale successore, pensando di tramandargli ciò che sono riusciti a costruirsi in ambito lavorativo. Così un medico sognerà di vedere il figlio laureato in medicina, per poterlo inserire nel proprio studio medico o di aiutarlo a farsi conoscere in quell'ambiente. Lo stesso vale per qualsiasi altra attività in cui il genitore sia riuscito a ottenere una posizione di prestigio, senza chiedersi quali siano i sogni del figlio, cosa voglia in realtà. In altri casi, vogliono ad ogni costo, fare del loro figlio una persona di successo, orientandoli verso scuole o professioni senza tener conto delle loro effettive capacità o di ciò che desiderano per loro stessi, creando così degli adolescenti, che possono sentirsi inadeguati, non osando accontentarsi di una condizione di normalità. Non si può pretendere che il proprio figlio ottenga un successo ad ogni costo, per sentirsi in parte riscattati dai loro fallimenti, obbligandoli a percorrere una strada che magari  loro stessi avrebbero voluto percorrere, ma che per qualche ragione non hanno potuto intraprendere. Non sta a loro di vendicare non si sa bene quali oppressioni o insuccessi dei loro genitori. Così come è sbagliato, credere di guadagnare qualcosa nel conoscere i segreti del ragazzo, quindi, anche se siete tentati, cari genitori, non leggete i diari dei vostri figli, se non sono loro stessi a permettervi di farlo. Non si tratta di sapere, ma di insegnare e far sapere, che non è la stessa cosa. Piuttosto si deve rispondere ai loro quesiti, senza esigere confidenze, che forse verranno da sole, se essi vorranno.
Alcuni ragazzi, possono trovare conforto nella solitudine, nei silenzi, nei quali si rifugiano, per far chirezza sui loro nuovi sentimenti, spesso confusi, che l'adolescente prova nei confronti del prossimo, che possono essere di affinità o di repulsione. A volte vorrebbe parlare, ha qualcosa da dire, ma l'adulto lo ignora, non lo prende sul serio, così nasce un incomprensione che spesso sfocia nel silenzio. A grandi linee comunque, anche i silenzi fanno parte della sua evoluzione, perchè questo è il momento in cui cerca di orientarsi sul mondo esterno, e deve arricchirsi interiormente. Non appena sarà il momento, riprenderà i contatti familiari o sociali. L'adolescenza, è anche il momento delle amicizie di gioventù, in cui si cerca nell'altro più qualcuno che sia predisposto all'ascolto, un compagno, che un vero e proprio interlocutore. Ma questo, è anche il momento delle "bande" dove si pensa che la quantità, sia più importante della qualità, perchè ci si illude di sentirci più forti, protetti, con tutti gli eccessi che essa comporta. Altri sono più interessati all'esperienza, e facilmente diventano fedeli discepoli di adulti privilegiati, con il rischio di seguire cattivi pastori. In ogni caso, questo è il momento in cui si cerca un modello da seguire per poter sviluppare la crescita dell'individuo, in cui c'è bisogno di stimoli positivi. Ma, come si può pensare che i giovani, riescano a trovare una loro compiutezza, quando, la società sembra incapace di offrire valori morali e modelli necessari alla maturazione, dal momento che essa stessa è inadeguata. Proprio quando la loro sete di autonomia si fa più acuta, la società li priva degli strumenti necessari al loro appagamento. Poi ci si meraviglia che i giovani prolungano le loro esitazioni di scelta o esasperano le manifestazioni della loro originalità giovanile. C'è da temere che molti giovani, sempre più immaturi, in una società che diverrà sempre più cosciente della sua incompiutezza, non riescano a trovare nuove ragioni per evolversi. In conclusione, non si deve dimenticare che durante tutti gli stadi dello sviluppo, quindi anche e sopratutto l'adolescenza, si plasma e si costruisce l'avvenire della vita di ciascun individuo. Dalla loro educazione, dai valori che la società intera e non solo la famiglia, sarà riuscita a trasmettere, dalle discipline essenziali e dalle prospettive future, potranno fiorire adulti intellettualmente, affettivamente, e socialmente responsabili.

domenica 3 novembre 2013

Informazione

Non sono molti gli italiani che oltre a guardare il tg, guardano programmi di attualità e leggono, però esistono anche quelli che vogliono approfondire, forse oggi più di ieri. Non sono nemmeno molti i programmi che vanno incontro alle esigenze del pubblico, programmi in cui ci sia un clima partecipativo che coinvolge la società civile pensante, così come è poca anche la carta stampata in cui si respiri davvero aria di libertà di espressione. La maggior parte dei programmi, che parlano di attualità o di politica, sembrano creati più per far propaganda a questo o quel partito, a creare colpi di scena per intrattenere il pubblico, o a far vedere la bravura del conduttore, se di bravura si tratta,che si gongola davanti la telecamera, come se fosse l'attrazione principale del programma, interrompendo anche gli ospiti che invita, senza nemmeno fargli finire di parlare. Se questa è informazione.
Esiste invece una fascia di popolazione, sempre più ampia, che non si accontenta delle verità formali, ma è alla ricerca di informazioni, di mezzi di comunicazione, ove ci sia qualcuno che fa inchieste o parla di argomenti di pubblica utilità, in cui si infrangono l'incanto della realtà apparente. Troppo spesso coloro che hanno avuto l'ardire di occuparsi di certi argomenti in tali termini, sono stati colpevolizzati o emarginati, perchè troppo scomodi. Se non si vogliono conformare...
Invece ce ne vorrebbero molti di più, di programmi in cui ci sia libertà di espressione, dove poter ragionare con tante teste diverse in un pubblico dibattito, invece che con sondaggi superficiali che non servono a niente e non possono essere veritieri, e ci vorrebbe anche molta più gente che non cerca gloria fine a se stessa, ma che svolge un servizio di pubblica utilità, ove i soldi non siano un fine,ma un mezzo, perchè l'opinione di un qualsiasi cittadino possa essere ascoltata da coloro che fanno le riforme.  

venerdì 1 novembre 2013

Una grande illusione

Ho sempre cercato il modo per poter esprimere il mio spirito creativo, anche se non ho mai pensato di essere un talento, o di poter aspirare a chissà quale riconoscimento. L'ho sempre fatto solo perchè sentivo in me questa esigenza. Così ho provato varie forme di espressione artistica, tra cui la scrittura.
Circa due anni fa, mi sono ritrovata a scrivere un libro. All'inizio erano solo parole, poi mano a mano che scrivevo, sono diventate frasi, a quelle frasi se ne sono aggiunte altre, e all'improvviso mi sono accorta che qualcosa, stava nascendo. Ecco come è nato il mio libro.
Non avevo nemmeno mai pensato di provare a sottoporlo a qualche editore, poi per caso lessi di una selezione letteraria su un sito, a cui potevano partecipare gli esordienti. Mi sono detta, perchè no, meglio che lasciarlo in un cassetto. Ho provato, senza aspettarmi nulla.
Da lì a due mesi, mi sono vista recapitare a casa un plico con tanto di intestazione del gruppo editoriale, al quale avevo sottoposto il mio manoscritto. La prima cosa che ho pensato, era che se si erano scomodati a mandarmelo, voleva dire che avevo ottenuto una risposta positiva. Con entusiasmo, mi accingo ad aprire la pesante busta e tra le altre cose, trovo una lettera allegata, che attira la mia attenzione.
Meraviglia delle meraviglie, il gruppo editoriale era stato ben impressionato dalla Mia Opera e la definiva pronta per essere pubblicata.
Non ci potevo credere.
Per tre secondi, ho pensato che potevo realizzare un sogno, vedere pubblicato il mio racconto.
Per tre secondi, sono stata orgogliosa di me stessa.
Per tre secondi, ho pensato che anche se nessuno dei miei familiari si era mai preso la briga di leggerlo, qualcun altro abituato a leggere milioni di scritti, aveva trovato interessante anche il mio racconto.
Tutto questo è durato però solo tre secondi, o forse qualcosa di meno o di più, non sono stata a cronometrare, insomma è durato poco. Poi il mio sguardo si è spostato in basso, in fondo alla pagina, dove c'era scritto che l'accordo di edizione prevedeva che acquistassi un quantitativo di copie, alla modica cifra di € 2.780,00.    C O S A ?
A parte il fatto, che le mie modeste finanze non mi permetterebbero di poter investire una cifra così cospicua, nemmeno se fossi più che certa di aver scritto un capolavoro, ma nella mia ignoranza, non sapevo nemmeno che un editore potesse chiedere all'autore di finanziare il lavoro di stampa, e come dicono loro di promozione dell'opera. Ora, io non sono un'esperta, però qualche dubbio mi è venuto, così ho cercato di informarmi.
Le informazione le ho trovate, eccome se le ho trovate.
Se qualcuno di voi, aspiranti scrittori, siete come me, diciamo un pò inesperti, vi consiglierei di andare a vedere questo sito, prima di firmare un qualsiasi contratto che vi venga proposto, da una qualsiasi delle tante case editrici, più o meno famose.

 http://scrittorincausa.blogspot.it/2011/11/lautore-esordiente.html

Quello che mi resta, è almeno la soddisfazione di sapere che qualcuno ha trovato il mio racconto, degno di essere almeno preso in considerazione, oltre quei famosi tre secondi in cui ho creduto di poter realizzare un sogno.Comunque ciò non mi farà smettere di scrivere, questa è una cosa mia e nessuno potrà portarmela via.

giovedì 31 ottobre 2013

Halloween

Negli Stati Uniti, la notte del 31 ottobre, vigilia di Ognissanti, ci si mette in maschera travestendosi da folletti, streghe, fantasmi e scheletri. Le zucche vengono sagomate a forma di faccia, nascondendovi poi una candela all'interno. Quella è la Lanterna di Jack, la cui origine, pare risalga ad un uomo chiamato Jack, che visse in Irlanda tanto tempo fa, e che vagava sulla terra sempre con una lanterna. Questa festa, è un usanza tipicamente Americana, poichè la gente un tempo credeva che i fantasmi vagassero sulla terra proprio la notte di Ognissanti. Ciò che per gli Americani ha radici ancorate a una credenza popolare, per noi Italiani, non ha nessun significato, se non quello puramente consumistico. Trovo che questa mania di copiare tutto ciò che viene dalla America, non sia sempre giusta. Ogni Nazione, Paese, ha le sue tradizioni, usanze e credenze, ed il bello è proprio questo, che ognuno possa tramandare le proprie. Che io mi ricordi, in Italia non abbiamo sempre festeggiato la notte di Halloween, adesso sembra che ogni occasione sia buona per far festa. E' la politica consumistica che crea nella gente il bisogno, proprio per spingerla a spendere i suoi soldi, qualora ci fossero, indirizzandoli verso beni di consumo invece di investirgli in qualcosa di più utile.
Che vi devo dire, buon Halloween.

mercoledì 23 ottobre 2013

Carattere

Molto spesso si confonde il carattere delle persone con il loro temperamento, invece sono due cose diverse.
In ognuno di noi c'è una parte che potremmo definire, la nostra natura, il nostro modo di essere, quello è il temperamento o indole, che non ha nulla a che vedere con il nostro carattere. Essere più o meno emotivi, più o meno attivi, è come essere bassi o alti, è quella parte di eredità, che non si può cambiare, perchè fa parte di noi. Non si può imporre a chi per natura è irrequieto, di restare seduto a leggere un libro, troverà più normale dedicarsi ad attività in cui gli si forniscono le occasioni di scaricarsi, così  per coloro che hanno un temperamento più calmo e pacato, sarà più naturale svolgere attività consone alla loro indole. Non si può rimproverare a nessuno il suo modo di essere, vedervi un difetto, perchè quella è la sua natura e non si può cambiare. Ne consegue che non si può esigere da tutti le stesse cose, ognuno di noi ha le proprie risorse e capirne la personalità, equivale a utilizzare al meglio le potenzialità di ognuno. Il carattere invece, si inizia a formare fin dall'infanzia, attraverso gli atteggiamenti e gli atti di coloro che ci troviamo intorno. Il buono o cattivo carattere, le qualità e i difetti, sono quindi per la maggior parte derivanti dalla condotta usata nei nostri confronti fin dalla nostra nascita. Però il carattere, a differenza del temperamento, si trasforma continuamente, si sviluppa nell'affrontare gli avvenimenti che via via, si presentano nel corso della nostra vita.
Così, una persona che ha un cattivo carattere, può migliorarlo, ma allo stesso modo, chi ha un buon carattere, durante il corso della sua vita, può incontrare delle persone o fare esperienze che potrebbero influenzare proprio quel lato, anche in maniera negativa. In ogni modo, non si può far diventare le colpe altri, una scusa dietro la quale nascondersi a vita, per giustificare il cattivo carattere, noi stessi se lo vogliamo, possiamo modificarlo, non appena si inizia a vivere non solo per noi stessi, ma anche per il prossimo, quando si riesce a dare un senso alla nostra vita.
Tutto questo, non si può apprendere a parole o con consigli, ma solo se si reagisce a ogni avvenimento, vivendo l'esistenza quotidiana.

martedì 15 ottobre 2013

Dietro il sorriso l'orrore

Spesso si dice che il nostro Paese non è un Paese per giovani, per le motivazioni che tutti noi conosciamo.
A questo, io aggiungerei che non è nemmeno un Paese per vecchi, dal momento che lo Stato poco si occupa della loro sorte. Sono numerosi i Paesi nei quali, la proporzione degli anziani si accresce, e data l'estensione del fenomeno, sarebbe bene occuparsi anche del loro destino.
A dispetto, di quei pur sempre troppi pensionati d'oro, con i loro diritti acquisiti, che poi non sono nemmeno diritti ma privilegi, e per tale motivo andrebbero ridimensionati, sono molti gli anziani costretti a campare con una misera pensione, senza o con figli che comunque non possono aiutarli, dovendo già badare a loro stessi, nella precarietà in cui ci troviamo. Nella già difficile situazione, le cose si vengono a complicare, quando il declino delle qualità fisiche e/o psichiche, rendono l'anziano non più autosufficiente. Nei casi di grave disabilità, si rende necessaria un' assistenza continua, 24 ore su 24, così spesso non rimane che rivolgersi verso strutture adeguate. Il percorso assistenziale socio sanitario, che potrebbe indirizzarci verso le case di riposo, case famiglia, o centro anziani che dir si voglia, con contributo da parte dello Stato, ha i suoi tempi che spesso non coincidono con le nostre urgenze e, nonostante il contributo, con costi che non sono alla portata di tutti. Esistono anche strutture private, le famose non convenzionate, che sicuramente abbreviano i tempi di attesa per l'inserimento, con costi che possono variare a seconda dei servizi, ma che troppo spesso non giustificano il prezzo elevato.Quello su cui voglio porre l'accento, è a cosa si va incontro, quando il modesto budget, che se vogliamo non è nemmeno poi così modesto, costringe l'anziano ed i suoi familiari a rivolgersi verso strutture che apparentemente, sembra non vengano meno ai servizi basilari, ma che invece, nella migliore delle ipotesi potremmo paragonare a delle carceri, e nella peggiore a dei lager nazisti. Quando si chiude la porta ai visitatori e parenti, ai quali viene data un'immagine rosea della situazione, quello che succede là dentro, è inconcepibile. Gli anziani, oltre a non essere adeguatamente alimentati, non ricevono nemmeno le cure che dovrebbero, ne viene trascurata l'igiene personale, nascondendo il tutto con una parvenza esteriore,vengono lasciati per ore e ore seduti su una poltrona senza che nessuno si preoccupi di aiutarli a muoversi un pò, con il rischio così di finire atrofizzati, senza nessuno con cui parlare e la men che minima distrazione, se non quella data da un televisore comune, di cui la maggior parte, dato il deficit uditivo dovuto all'età, non riesce nemmeno a intuirne il suono, tenuto basso per non disturbare la quiete degli operatori.  In certi luoghi, l'unica cosa da fare, è aspettare che arrivi la fine, specialmente se si trovano a che fare con certa gente di pochi scrupoli, che invece di mettere l'anziano e i suoi bisogni al centro dell'attenzione, trattandolo con rispetto, lo ignorano o peggio ancora, lo maltrattano, approfittandosi proprio della sua condizione di fragilità. E' un pò come ti considerassero già defunto, senza più la dignità di persona.
Vi assicuro, che a dispetto del nome di certe strutture, c'è ben poco da sorridere.
Il peggio è, che spesso molti anziani hanno ancora le loro facoltà mentali e possono rendersi conto di tutto ciò che sono costretti a subire, ma se tentano di protestare, è ancora peggio. Per nascondere le loro malefatte, quella gente priva di scrupoli, tenta di screditare l'anziano di fronte ai familiari, facendolo passare per rincoglionito, e rendendolo meno reattivo con psicofarmaci che nessuno li ha autorizzati a somministrare.
E si deve pure pagare per avere un simile trattamento. Certa gente si meriterebbe di ricevere lo stesso tipo di trattamento, forse allora si renderebbero conto del male che hanno fatto. Se degli altri non importa niente a nessuno, allora chiedetevi, è questo ciò che ognuno di noi vorrebbe per i propri cari e per se stesso ? Io dico di no. Difficile intuire a prima vista, da parte degli anziani e dei loro familiari,cosa si nasconde dietro certe realtà, se non quando sei costretto a viverle. Allora io mi chiedo, perchè nessuna autorità controlla certi posti visto che svolgono un servizio di pubblica utilità, perchè vengono date certe autorizzazioni senza prima accertarsi della validità dell'individuo a cui sono destinate, perchè non vengono controllate le strutture in cui sono presenti barriere architettoniche non adatte a chi ha problemi di disabilità. Dov'è lo Stato, chi è che può tutelarci ? Inconcepibile che ci sia un tale disinteresse per quella fascia di popolazione, che data la sua fragilità, avrebbe bisogno di maggior attenzione, posti e personale adeguato, e più contributi da parte dello Stato, invece di gravare sulle famiglie, già così provate dalla precarietà del lavoro. Certo, per sopperire a tutti i vostri sbagli, e mi rivolgo allo Stato,e chiunque ne faccia parte, non avete trovato niente di meglio da fare che tagliare le spese sanitarie, quelle sui medicinali e aumentare le tasse, invece di eliminare davvero gli sprechi, così alcune situazioni già disastrate, come possono sperare di risollevarsi. Vergogna!

lunedì 7 ottobre 2013

Non siamo numeri

Spesso mi sono chiesta, e sono sicura di far parte di una folta schiera, come sia possibile che esistano talmente tante sofferenze, ingiustizie, diritti negati a questo mondo, e che nessuno di quelle Organizzazioni Internazionali, vi abbia ancora posto un freno. L'immane tragedia accaduta vicino alle coste di Lampedusa, è l'ennesima conferma che la vita umana, qualsiasi vita, non ha nessun valore se non può tradursi in denaro, sono più importanti le speculazioni e gli interessi economici delle persone. Chi ha il potere di fare qualcosa, lo deve fare ora, prima che accadano di nuovo altri scempi del genere. Adesso ne parlano tutti, ma tra non molto, quelle notizie verranno rimpiazzate da qualcos'altro e così verranno dimenticati tutti quei volti che hanno un nome, e con loro le famiglie che gli piangono. Presto, diventeranno solo un numero da aggiungere alle molte vittime dell'indifferenza, della politica del denaro, delle strategie speculative. Un essere umano non può essere solo un numero.
Allo stesso modo, sono rimasta sbalordita nell'ascoltare le notizie riguardo ai recenti fatti, accaduti in un Paese che si dice progredito, come gli Stati Uniti. Un Presidente che si batte per ottenere la sanità pubblica, non solo non viene appoggiato, ma addirittura viene intralciato nel suo progetto. Trovo scandaloso, che ai nostri giorni, esistano ancora Paesi in cui vengono rifiutate le cure ai cittadini indigenti. Se a questo, aggiungiamo il fatto, che il popolo Americano, ha un forte senso di orgoglio verso la sua Nazione, e che si sono sempre reputati un Paese all'avanguardia, quasi fosse al di sopra degli altri, trovo sia disonorevole, per la Nazione tutta, un simile comportamento. Non che il nostro di Paese sia un modello a cui fare riferimento, con tutte le pecche della sanità pubblica e le tante cose che vanno riviste e migliorate, ma almeno in questo caso, non siamo arrivati a tanto. Non esistono ideologie politiche o diversi schieramenti o meno che mai gli interessi personali, che possano giustificare un comportamento che non tenga a salvaguardare la salute di ogni essere umano. Ma se proprio c'è bisogno di un motivo per occuparvi delle persone, basterebbe pensare che il peso delle malattie e della fame ostacola lo sviluppo economico. Chi è malato, non può produrre, non ha abbastanza denaro per comprare cibo, non può istruirsi e quindi, malato, affamato e ignorante, non può nemmeno sperare di migliorarsi. Questo deve finire perchè così si crea un circolo vizioso della miseria, in cui la malattia condiziona lo sviluppo economico. Le misure sanitarie, i servizi sociali e l'istruzione non si possono considerare dei sottoprodotti, ma sono la condizione preliminare per il progresso. Il diritto alla vita, il diritto alle cure, alla salute, all'istruzione, non sono negoziabili.    

martedì 1 ottobre 2013

Non si può generalizzare

Qualcuno ieri, mi ha fatto notare che chiunque di noi è bravo a lamentarsi, a dire quello che non funziona, ma non lo è altrettanto, quando c'è da elogiare qualcuno pubblicamente per il suo operato. E' mio parere che nemmeno quello sia poi così esatto. Sia in un caso che nell'altro, potremmo fare di meglio. Anche prima di dire quello che manca, difetta o può essere carente o addirittura errato, in molti casi, faremmo meglio a informarci o ad approfondire la conoscenza in quel campo specifico o sulla persona a cui si fa riferimento. Troppo spesso, si incontra qualcuno che protesta solo per sentito dire, senza nemmeno essersi preso la briga di informarsi ulteriormente o almeno sapere di cosa parla, rischiando di dire cose non precise o di puntare il dito, su quello sbagliato. Della serie, non si può fare di tutta l' erba un fascio. C'è anche da dire, che purtroppo capita di essere esasperati dall'incompetenza di alcuni, da coloro che non sanno darci le giuste informazioni o che ci rimbalzano da un posto all'altro come palloni, prima di arrivare a capire cosa dobbiamo fare, o mille altri inconvenienti che possono capitare, a chi ha a che fare in special modo con la burocrazia.
Troppi sono quelli che nel nostro Paese ricoprono posti non inerenti alle loro capacità, ottenuti solo a son di raccomandazioni. E' proprio in quei casi che si deve far sentire la nostra indignazione. E' anche vero che non tutti quelli che hanno un posto ambito, l'hanno ottenuto solo perchè figli di o raccomandati da qualcuno di importante, ci sono anche quelli, troppo pochi purtroppo, che quel posto lo meritano e magari se lo sono anche sudato. Sono proprio quei troppi non meritevoli che offuscano quei pochi che fanno bene il loro lavoro. Dovremmo imparare a non generalizzare, individuare il responsabile, invece di trovare un qualsiasi capro espiatorio. Se invece incontriamo qualcuno che merita di essere lodato, che si prodiga oltre il suo dovere, esprimiamo palesemente i suoi meriti affinchè possa almeno sentirsi moralmente gratificato. Io voglio dire grazie a tutti quelli che si impegnano oltre il loro compito, che senza alcun obbligo, se non quello che loro stessi vogliono assumersi,con senso di umana responsabilità,  si dedicano al prossimo.    

lunedì 30 settembre 2013

L'educazione

L'educazione è l'acquisizione di cognizioni, ma prima di tutto, è la formazione dell'individuo e del rapporto con gli altri. I genitori, sono i primi educatori, anche se non sono i soli. Con la loro maniera di vivere, il rapporto che avranno saputo stabilire in seno alla famiglia, l'esempio della propria relazione coniugale, potranno influenzare anche ciò che il figlio imparerà fuori dalla famiglia. Questa influenza educativa avverrà senza che i genitori se ne rendano conto, si potrebbe dire a loro insaputa. L'immagine che daranno di se stessi, di come conducono la propria vita, basterà ai figli per modificare lo sviluppo e la conoscenza del mondo. Proprio perchè inconsapevolmente possono influenzare non solo in maniera positiva, ma anche negativa lo sviluppo dei figli, questo fenomeno deve diventare consapevole, così da svolgere bene il loro compito. Ma, per essere in grado di educare l'altro, il genitore o maestro che sia, deve aver raggiunto egli stesso la sua maturità personale, deve aver compiuto la sua evoluzione individuale, da una condizione di dipendenza a quella di autonomia. Oltre a raggiungere una perfetta maturazione, l'educatore deve avere la capacità di trasmettere a colui che intende educare, che non lo fa per soddisfazione personale o che voglia erigersi a sapiente, ma che desidera solo aiutare l'altro affinchè possa elevarsi ad una condizione di adulto responsabile. Solo così si potrà stabilire un rapporto di reciproca fiducia, basilare premessa per poter riuscire nel suo compito. Senza fiducia reciproca, non è possibile pensare di potersi nemmeno avvicinare alla formazione di un essere umano.

venerdì 27 settembre 2013

Perchè

Ci sono cose difficili da accettare, fatti che sono successi, ai quali non sappiamo dare una risposta e che quasi sempre, nemmeno c'è. Qualche volta, ci sono situazioni che sarebbe stato possibile evitare, per le quali invece, esigiamo delle risposte. Ciò che si vuole in quei casi, è cercare di dare un senso a ciò che è avvenuto, ed anche se spesso un senso non c'è, abbiamo bisogno di udirle ugualmente.
Perchè, è un interrogativo al quale molti non danno importanza, ma " perchè" in alcuni casi, diventa la parola più importante del mondo.

sabato 14 settembre 2013

Jikelele

Qualche giorno fa, il tg ha riportato una notizia a dir poco raccapricciante. Un neonato è stato ridotto in fin di vita proprio dalle stesse persone che lo avevano messo al mondo. Questa creatura, avrà bisogno di speciali cure e attenzioni per tutta la vita. Un impegno così gravoso, poteva essere preso solo da qualcuno con ingenti possibilità economiche al fine di garantirgli un livello di vita il più decoroso possibile. In tutta questa triste storia, è successo un fatto che possiamo dire straordinario. Un anonimo benefattore si è fatto avanti per assicurare a quella creatura un futuro. Ciò che più mi ha toccata, oltre l'atto più che caritatevole, che non è per niente scontato, nemmeno tra coloro che hanno ingenti possibilità e che anzi sono spesso tra i primi a ignorare i meno fortunati, è la decisione del benefattore di non volersi mostrare, di non voler alcuna pubblicità a suo favore. Questo, sta a dimostrare che il suo atto, è unicamente un atto di bontà. L'impegno messo da quello che è stato definito " un angelo invisibile " e che data la sua generosità lo è di sicuro, è degno di lode. Ben vengano queste persone così generose, che preso coscienza del loro posto privilegiato nella società, offrono il loro appoggio economico a coloro che sono meno fortunati. Ma la generosità, non è necessariamente un fatto puramente economico, si può esserlo anche se non siamo benestanti. Generosità è regalare denaro o cose, ma anche dedicare un pò del nostro tempo a qualcuno che ne ha bisogno, ascoltare chi ha bisogno di essere ascoltato, o lodare chi lo merita, prestare soccorso e aiuto in vari modi. Ho sempre ammirato chi partecipa a lenire le pene e salva vite con opere di volontariato, ma anche chi si impegna a difendere i diritti umani e di qualsiasi essere vivente, chi protegge i più deboli e gli indifesi e coloro che cercano soluzioni per risolvere i problemi del mondo. Un atto di solidarietà e generosità, non deve essere per forza un gesto eclatante, ognuno può contribuire in base alle proprie possibilità e capacità con il suo pezzettino. Anche parlare di certi argomenti, è utile a richiamare l'attenzione su problemi o ingiustizie  che altrimenti finirebbero dimenticate. Non ci sono scuse perchè ognuno di noi non possa fare la sua parte, trovare il proprio modo, per contribuire a creare una società in cui, generosità e solidarietà, non siano un fatto straordinario. E' la specie umana che si deve evolvere verso un vero movimento di solidarietà. C'è una parola che mi è rimasta impressa, Jikelele. E' una parola Xhosa, una delle lingue del Sudafrica, e significa, più o meno, " diamoci da fare " che è anche un inno oltre una canzone dei  The Generics.  

giovedì 5 settembre 2013

La nostra forza interiore

Ognuno di noi ha in se una forza potenziale che potremmo definire " di riserva ". Può essere sia fisica che emotiva ed a questa attingiamo nei momenti difficili. L'esempio più semplice da fare è quello del maratoneta, che ormai sopraffatto dalla fatica, sente di non poter proseguire nella sua corsa. E' allora che si attiva un processo di interazione con le riserve fisiche, alle quali si attinge per continuare il percorso. Una cosa analoga si verifica con le nostre riserve emotive. Non ci rendiamo conto di averle fino al momento in cui sorge la necessità di utilizzarle. Spesso è proprio nei momenti difficili che scopriamo di avere capacità impensate, si resta meravigliati della nostra forza interiore che ci permette di superare la crisi e magari dare un nuovo significato alla nostra vita. Quello che arricchisce le nostre riserve emotive e che ci permette di imparare, si apprende nel corso della nostra vita. Ogni volta che siamo riusciti ad affrontare la realtà, che abbiamo risolto un problema o che siamo stati capaci di rialzarci o cambiare una situazione o persino noi stessi, ci ha dato coraggio e fiducia ed ha permesso di riempire questa nostra riserva. Ogni esperienza può alterare il deposito, può diminuire o aumentare in base a ciò che incontriamo nel nostro cammino. Ma ogni nuova esperienza ci può portare dei benefici, anche se non sono immediatamente evidenti, poichè ogni esperienza influisce sul nostro carattere e sulle nostre future decisioni. Le situazioni possono variare, i problemi possono essere diversi, ma il comune denominatore è lo stesso. Affrontare la realtà, riuscire a risolvere un problema ci permette di uscire dalla tempesta di quella crisi arricchiti dal coraggio e dalla fiducia in noi stessi, liberi da paure, perchè consapevoli che se siamo stati capaci di farlo una volta, saremo in grado di farlo ancora. 
 

venerdì 2 agosto 2013

Dialogo

Con l'invenzione della stampa, si svilupparono le conoscenze e divulgarono notizie, così come furono oltremodo importanti i mezzi audiovisivi. Questa è l'epoca in cui ci sono a disposizione moltissimi mezzi per informarsi, non c'è che l'imbarazzo della scelta, ma è internet che offre l'opportunità di esprimere a ciascuno le proprie idee, opinioni, e interagire con gli altri da qualunque parte del globo. E' un pò come mettersi in piazza se vogliamo, perchè si possono trasmettere le proprie esperienze e confrontarle con quelle altrui in un posto, in cui tutti possono partecipare. Poveri e ricchi, belli e brutti, saggi o meno saggi, con più o meno cultura, non c'è distinzione, bisogna solo aver voglia di capire, di dialogare. Ed è proprio nel dialogo che può nascere la consapevolezza necessaria per compiere scelte che siano davvero libere, poichè il dialogo è ciò che ci porta ad esaminare sia le nostre che le altrui idee e approfondire la conoscenza. Libertà di sapere per essere liberi di scegliere. Internet offre proprio uno spazio in cui ci si può confrontare, in cui spiegare le proprie ragioni, esperienze, condividere il proprio sapere, invece rimango meravigliata e sconcertata nel vedere come poco si utilizzi questo mezzo così potente per cose davvero importanti. Spesso si rimane ognuno nel proprio cantuccio senza possibilità di colloquiare, di confrontarsi con chicchessia. Non c'è più disponibilità al dialogo, se non per cazzeggiare, o cosa ancor più grave, questa voglia di confronto, di sapere, da parte di alcuni, viene trasformata in una lotta in cui si contrastano le tesi altrui a prescindere, senza voler sapere nemmeno le ragioni, in cui l'altro è solo un avversario e non un altro essere umano che valga la pena almeno di ascoltare. Anche quando siamo interessati a parlare con qualcuno non è così semplice. Per prima cosa si cerca disperatamente un aggancio, un punto d'incontro per poter dar vita ad una forma di dialogo da far durare nel tempo, ma finito l'iniziale scambio di frasi, il tutto si conclude così, senza andare oltre, senza approfondire. Ognuno ritorna nel suo cantuccio, magari un pò deluso per quell'occasione mancata, senza nemmeno il coraggio di riprovarci. Dovremmo ritrovare la voglia di osare, di insistere se davvero ci teniamo ad instaurare un colloquio che sia duraturo.

lunedì 22 luglio 2013

Perchè nulla cambi

C'è un vecchio detto che dice " passiamo metà della vita a rovinarci la salute e l'altra metà a tentare di curarcela". Questo è quello che sta succedendo nel nostro paese. Anni e anni di incurie, sperperi, ladrocini, privilegi, favoreggiamenti, scelte sbagliate, da parte dello Stato e dei vari governanti, ci hanno portato nelle condizioni in cui siamo oggi. I giovani che sono il futuro della nostra Nazione, per averlo un futuro sono costretti a cercare lavoro all'estero, le nascite sono drasticamente diminuite perchè in questa precarietà, molti non riescono nemmeno a mantenere loro stessi, figuriamoci un figlio. Così, in un futuro nemmeno troppo prossimo, il nostro Paese sarà composto principalmente da anziani e vecchi per i quali, già ora è difficile fare i conti con la quotidianità. Dopo anni di lavoro, sacrifici e contributi pagati allo Stato, si arriva all'età della pensione in cui si spera di godersi un pò di meritato riposo, mentre i più si ritrovano una misera pensione che non è nemmeno sufficiente per la sopravvivenza, ed altri che possono godere di pensioni da capogiro ottenute in base ad una legge sbagliata che non considerava gli anni contributivi e i versamenti, ma l'ultimo stipendio. Così ci sono le cosiddette pensioni d'oro e quelle baby, che le pensioni da fame hanno contribuito a pagare. In pratica, i pensionati con il minimo mensile, invece di godersi i frutti dei loro sacrifici, hanno e stanno partecipando, loro malgrado, a pagare le pensioni più alte. Se questa vi sembra giustizia, io lo chiamerei ladrocinio autorizzato. Non vedo perchè non sia possibile, alla luce di tutto ciò, non fare un adeguamento delle pensioni e far si che ogni cittadino possa trascorrere gli ultimi anni della sua vita in maniera decorosa.Certo, i lor signori che stanno al governo, di tutto questo poco importa, dal momento che loro hanno già assicurata una cospicua pensione, per non parlare di tutti quei privilegi concessi alla folta schiera di parlamentari, ministri, senatori, deputati, dirigenti e burocrati della pubblica amministrazione, che se ne fregano di quei cittadini che nella migliore delle ipotesi, per colpa delle loro scelte sbagliate e incurie, sono costretti a tirare avanti privandosi anche dell'essenziale e nella peggiore, a rovistare nella spazzatura, a fare la fila nelle Caritas per un piatto di minestra e un posto per passare la notte o a vivere di elemosine. Non c'è nemmeno nessuna volontà di eliminare gli sprechi da parte dello Stato, come se ci potessimo permettere di farlo, e se ne guardano bene di privarsi di qualche privilegio, fosse solo per dimostrare al popolo la loro intenzione di abolire ciò che di sbagliato c'è stato e continua ad esserci. Con che coraggio questi signori riescono a camminare a testa alta in mezzo alla gente che chiede giustizia e uguaglianza mentre  loro possono godere di agevolazioni e benefici, con medici, dentisti, centri estetici, palestre, circoli sportivi, saune, per citarne solo alcuni, sempre a loro disposizione, a spese dello Stato, e cioè di noi cittadini, che spesso non riusciamo nemmeno a curarci, altro che massaggi e saune. E di tutto ciò, dovremmo ringraziare coloro che sono stati e sono al governo. Che democrazia è, quella che crea un così ampio divario tra i suoi cittadini, che invece di togliere ai ricchi, affama il suo popolo? Invece di continuare a tartassare le fasce più deboli, ad accanirvi su qualche povero disgraziato che magari non fa qualche scontrino o fattura solo per tirare a campare, occupatevi dei veri evasori, che se volete sapete benissimo quali siano e come trovarli, senza fare gesti eclatanti utili solo a farvi pubblicità e non a risolvere in maniera definitiva la situazione. Le tasse che ogni cittadino sarebbe giusto pagasse, sono eque e sono quelle che permettono a ciascuno di potervi adempiere senza dover sacrificare la propria sopravvivenza e che permettono di poter usufruire di servizi e beni utili alla comunità e non quelle che vanno a favore dei soliti e a rimpinguare ancor di più le tasche di coloro che le hanno già piene. Lo Stato migliore è quello in cui non si riscontra nè un eccesso di ricchezza nè un difetto, una società in cui nessuno è ricchissimo o poverissimo. Quando l'uguaglianza di potere che la ricchezza conferisce viene sconvolta, viene meno questa condizione di armonia. Nelle attuali condizioni, l'unica ripresa che riesco a vedere, è una ripresa per il culo da parte dei nostri governanti che tutto fanno perchè nulla cambi.

lunedì 15 luglio 2013

La vita, difficilmente da un'altra opportunità per poter rimediare, almeno in parte, agli errori commessi. Se ti capita l'occasione di poter percorrere di nuovo una strada che ti porta verso le persone a cui tieni, che tu stesso avevi dissipato, con i tuoi sbagli, la prima cosa da fare è ammettere le proprie colpe. Non si può pensare di rimediare e di poter far meglio con un'altra occasione, se non ci rendiamo conto dei nostri stessi errori o non vogliamo farlo perchè ciò ci fa stare in pace con noi stessi. Così potremmo solo commettergli di nuovo sprecando, quella che con molta probabilità, è l'ultima occasione. Cercare le attenuanti o scaricare gli errori su altri, è utile solo a sentirsi meglio con la propria coscienza e non a raggiungere coloro che si ama, perchè non si può perdonare, se colui che ha bisogno di essere perdonato, non vuole ammettere di averne bisogno. Si può anche ricostruire dalle ceneri, ma con una nuova consapevolezza, e non con l'arroganza di chi si crede immune da ogni errore.

mercoledì 10 luglio 2013

In nome di

Il pensiero, inteso come ragionamento, serve a capire ciò che ci circonda, ed è necessario per poter compiere le giuste scelte, o almeno tentare di farlo. Troppo spesso, le cose fatte senza pensare hanno portato a conseguenze disastrose, ma ci sono cose per le quali è l'istinto che conta o l'amore.
Così come l'artista in generale, che non pensa a compiacere gli altri nelle sue opere, ma esprime quello che sente, perchè la vera arte nasce dall'istinto. E l'istinto, si vede nei tanti atti di coraggio, nelle persone che hanno salvato vite umane, che se si fossero fermate a pensare, a considerare i rischi, forse non gli avrebbero compiuti o quella esitazione sarebbe stata fatale. Così è l'amore, quello vero, non è studiato, ponderato, ma istintivo, viscerale. Anche in un atto di bontà, la maniera in cui viene compiuto, è importante quanto l'atto stesso. Da quello si capisce se ciò che è stato compiuto, è spontaneo o pensato, o addirittura forzato, solo per apparire agli occhi degli altri un benefattore. Troppi sono i cosiddetti credenti o che si ritengono brave persone, che si ricordano di esserlo solo quando sono visti da altri o solo con le parole per dimenticarsi subito dopo di averle pronunciate. Troppi credono di scaricarsi la coscienza andando a messa una volta a settimana o con qualche Ave Maria o Padre Nostro. Troppi credono che sia più importante far sapere dei loro atti di bontà, piuttosto che compiergli in silenzio. Troppi, in nome di una salvezza, sotto le false spoglie di benefattori, si approfittano delle sofferenze per compiacere la loro avidità, mai sazi di ciò che posseggono, inariditi dal potere del denaro, insensibili a ogni sofferenza. Troppi continuano a non voler sentire, a non voler vedere, a non ascoltare certi richiami, perchè non sanno o hanno dimenticato, cosa significa soffrire, o riescono a sentire solo le loro sofferenze e restano insensibili di fronte a quelle degli altri. Come dice il nostro Papa Francesco e Papa Benedetto, prima di lui, molti non sono più capaci di piangere, si sono inariditi esteriormente, e cosa peggiore, interiormente. Solo le lacrime schiudono certi luoghi, e solo quando imparerai a sentire con il tuo cuore, riuscirai a vederli, solo se non rimarrai indifferente di fronte alle sofferenze, potrai dire di essere una brava persona.
In ogni caso, solo tu puoi sapere che tipo di persona sei, gli altri non possono vedere nel profondo del tuo animo e nascondersi non serve, perchè non si può fuggire da noi stessi.



mercoledì 3 luglio 2013

Cogito, ergo sum

Fare del dubbio di tutto il punto di partenza, fu la grande innovazione di Cartesio. Il fatto di non credere a nessuna cosa prima di averla dimostrata, si intende, non l'assicurazione dataci dal senso comune, ma la dimostrazione incontrovertibile. Spesso invece, c'è la tendenza a credere in qualcosa, solo perchè più persone l'accettano per vero. Con questo non voglio fare riferimento al rapporto, fede-ragione, in cui si può credere alle verità rivelate in virtù della sola fede, come fanno i credenti, o non credere come gli atei. Quello a cui faccio riferimento, è ben altro, cioè l'uniformità mentale, l'abitudine o la pigrizia che porta l'individuo a seguire la massa, senza usare il proprio intelletto. L'amore per la conoscenza è la base di ogni progresso. La natura dell'uomo è quella di pensare, e per essere non ha bisogno di nessun legame, nè dipendere da alcun cosa. Dubitare, sta alla base del pensiero, perchè se io dubito, penso e se penso sono. Cogito, ergo sum.

Discorso sul metodo 
Cartesio

Mia prima regola fu di non accettare per vero nulla
che non riconoscessi chiaramente per tale, di non 
accettare nulla di più di quanto si presentava alla
mia mente in maniera talmente chiara e distinta
da non aver modo alcuno di dubitarne.
La seconda regola fu di dividere ogni problema 
o difficoltà nel maggior numero di parti possibili.
La terza regola fu di cominciare le mie riflessioni
con argomenti che fossero i più semplici e facili da
capire, e di qui salire a poco a poco alla conoscenza
dei più complessi.  
La quarta regola fu di fare enumerazioni talmente
complete e revisioni così generali da essere certo,
di non aver dimenticato nulla.


domenica 23 giugno 2013

L'amore non è un obbligo

Due esseri che si sentono fortemente attratti l'uno verso l'altro, qualunque sia il tipo di attrazione, ricercano implicitamente, degli ideali, pensieri, temi comuni, per poter comunicare. In seguito, sentiranno il bisogno di volersi aiutare scambievolmente, sopratutto sul piano psichico e morale. Un sentimento forte però, non può essere percepito come instabile, così anche la costanza assume un ruolo fondamentale. Si deve poter contare su...potersi confidare a ...poter aver fiducia in...e questo non deve essere però a senso unico, ma reciproco.
Non si deve nemmeno confondere un amore possessivo con quello vero, autentico. In quello possessivo, è temuta la libertà dell'altro, perchè gli esseri liberi, reagiscono a loro modo a loro ritmo, con la loro personalità, senza farsi influenzare. Nell'amore possessivo non ci sono più persone autonome e distinte, ma si vede nell'altro solo un immagine deformata dei nostri desideri, quello che vorremmo che fosse e non ciò che è veramente, cercando addirittura di plasmarlo come vorremmo. Quello vero, autentico, è una scoperta dell'altro che non si cerca di trasformare secondo i nostri gusti, ma viene accettato, proprio nella sua originalità, per ciò che è. In questo tipo di amore, non si rimane accecati da promesse e baci, ma si resta coscienti se pur sensibili a tutto ciò che infastidisce o fa soffrire l'altro.
Ma l'amore vero, non è la prima reazione di quelli che si amano, anzi spesso cercano di chiudersi nell'amore possessivo pensando, di poter controllare l'altro, di tenerlo legato a se. Una delle cose più sbagliate da fare in amore, di sicuro la maniera più veloce per farlo finire. All'autenticità, si giunge progressivamente, solo con la volontà, e non appena abbiamo capito, che l'amore non vuol dire possesso. Sono le cose che si posseggono e non le persone. E' la possibilità di scelta che rende un uomo libero, e se sceglie di stare con te non è perchè è obbligato, da un qualche vincolo, morale, materiale o chissà cosa, ma è perchè lo vuole, questo è il vero amore. Le persone non si possono addomesticare come fossero burattini o marionette, una persona si ama per ciò che è oppure non si ama. L'amore non è un obbligo.

venerdì 21 giugno 2013

Come un sol uomo

L'essere umano compì un passo veramente significativo verso la civiltà quando, le popolazioni iniziarono a coltivare le piante e allevare animali. Prima di allora, vi erano solo cacciatori nomadi che si nutrivano di ciò che raccoglievano o cacciavano nei loro pellegrinaggi. La storia dell'uomo civile e dei suoi progressi, è quindi una storia di uomini che vivono insieme. Con la coltivazione della terra, la conservazione delle provviste e un'oculata amministrazione delle riserve, si giunse ad avere cibo in abbondanza così che alcuni membri della comunità, poterono dedicarsi a costruire attrezzi per accrescere la produzione. Con le scoperte e le invenzioni, nacquero anche diversi tipi di artigianato e con essi il commercio.
Gli enormi progressi materiali dell'essere umano da quando, costruì il suo primo utensile di pietra, sono riconoscibili. Le sue capacità di costruire, attrezzare, alimentare le città, fece nascere le civiltà urbane. La sua intelligenza nell' organizzare, lo scambio delle idee e la scrittura, ne hanno potuto potenziare le conoscenze.
Ma di pari passo con le sue facoltà, l'essere umano non ha sviluppato solo il potere di creare.
Dalla scienza nascono tutte le tecnologie più avanzate ma, un conto è la scienza, un conto è l'uso che se ne fa. La scienza scopre ciò che già esiste, la tecnica dirige concretamente le scoperte verso un uso moralmente buono o cattivo, verso ciò che può guarire o uccidere. Così l'energia atomica o altre invenzioni, per se stesse sono un fatto che potremmo definire neutro, ma è il loro utilizzo che porta verso scenari umanistici o distruttivi a seconda dell'uso. Dell'inquinamento, avvelenamento e deterioramento dell'ambiente, l'effetto serra, per non parlare della crescita indiscriminata della tecnologia bellica, sono responsabili, non la scienza e gli scienziati, ma dell'uso che in passato i potenti ne hanno fatto, per i loro scopi egoistici e tornaconto personali. La nostra generazione vive in un mondo interdipendente oltre che progredito e dispone sia per la creazione che per la distruzione, c'è solo da chiedersi come verrà usata questa forza e se sia giusto, che solo coloro che detengono il potere debbano decidere anche della nostra sorte.
Accecati da fanatismi, sete di potere, egoismi, potremmo in un modo o nell'altro prima o poi distruggere la nostra civiltà. Se invece uniamo creativamente le nostre forze in maniera positiva, potremmo cercare di conservare le risorse della terra, aumentare il livello di vita e nutrire milioni di bocche affamate, far crescere insomma la nostra civiltà. La soluzione dei nostri problemi, potrebbe essere nelle mani del popolo ciò nelle nostre, in quelle di ognuno di noi, perchè se è vero che il popolo è sovrano deve avere anche il potere di decidere sulla propria sorte, decidere di dirigere il proprio sapere, le proprie forze come fonte benefica verso una visione umanistica invece che verso una visione apocalittica.
Dal far prevalere l'istinto di creare invece che quello di distruggere dipende l'avvenire dell'essere umano. Da ciò che unisce invece che da ciò che divide si può trarre forza, perchè se uno conta per uno un gruppo compatto, pur nella sua individualità, ha maggiori probabilità di giungere ad uno scopo comune. Quindi, uno non come un singolo ma come un unità, come un corpo unico " come un sol uomo" da una famosa frase di un  ancor più celeberrimo film.

lunedì 10 giugno 2013

Solo amore

L'amore è indispensabile per essere felici ma è anche un sentimento in continua evoluzione, con tutte le speranze e i rischi che ciò comporta. L'amore è l'eterno gioco dell'essere umano che cerca il calore di un altro essere umano. Coloro che si amano desiderano una completa fusione fisica e psichica, non possono accontentarsi delle chiacchere, ma desiderano dirsi tutto, mettere per così dire a nudo il proprio essere di fronte all'altro, ma devono anche accettare l'altro per quello che è. Ma l'amore non può vivere sotto una campana di vetro, nasce nel mondo e purtroppo il mondo, lo condiziona. Il problema è questo. L'uomo e la donna che rientrano a casa dal lavoro, non sono più solo un uomo e una donna, ma spesso sono esseri irritati, stanchi, e desiderano solo poter riposare e non pensare. Se uno dei due rimane a casa, attenderà l'altro tutto il giorno con aspettative spesso superiori alla realtà, e rimarrà deluso. Universi incomunicabili, silenzio e televisione. Fornire un linguaggio comune, facilitare il dialogo avviene spesso in condizioni di parità.
Perchè l'amore abbia buon esito, è necessario una comunicazione migliore e accettare di vederlo trasformarsi. Un tempo,l'istituto matrimoniale era ritenuto più importante dell'amore fra la coppia, si poteva restare insieme per dovere, anche senza amore. Oggi tutto è cambiato, ed oserei dire per fortuna, perchè senza l'amore sarebbe solo una cosa squallida e niente potrebbe durare.  


Qué voy a hacerle amor, amada,
no sé como quieren los otros,
no sé come se amaron antes,
yo vivo viendote, y amandote,
naturalmente enamorado.

Pablo Neruda

lunedì 3 giugno 2013

Ignoranza

Ogni aura di mistero incute terrore perchè ciò che spaventa maggiormente, è la paura dell'ignoto. Anche il cambiamento è un timore, proprio perchè è una finestra aperta su qualcosa che non conosciamo. Ma se tutto ciò che non è possibile afferrare non lo si può nemmeno controllare, è anche vero che ciò che non siamo capaci di vedere non si può erroneamente pensare di poterlo evitare. Il senso di sicurezza, deriva quindi non dalle forze dell'ignoto, ma dalla conoscenza. Anche una falsa informazione, un rapporto impreciso, ingigantito o sminuito dall'immaginazione o da una propaganda maliziosa, riesce a trasformare quella che era solo un insicurezza in paura, ed anche ciò che viene deliberatamente creato per confondere l'opinione pubblica della maggior parte della gente, fa crescere i timori, perchè non esiste minaccia maggiore da quella creata dall'ignoranza della verità. La verità non appartiene solo a pochi eletti, ma troppo spesso è più facile perpetuare l'ignoranza che voler sapere. Conosci, informati, prima di esprimere qualsiasi giudizio o di prendere una decisione che può pregiudicare la tua vita o quella di altre persone. L'ignoranza non è una scusa.

Un'opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema.
Perchè a essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie,
la corruzione, l'indifferenza popolare o gli errori del governo.
Una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.

Joseph Pulitzer

martedì 28 maggio 2013

Vivere

Vivere, significa avere anche dei problemi, ed avere dei problemi significa prendere delle decisioni ed accettarne le conseguenze. Bisogna vivere adesso, assumerci le nostre responsabilità ora, affrontare i nostri problemi oggi, perchè non abbiamo nessuna prenotazione sicura sul futuro. Cercare di evitare le difficoltà ed i problemi odierni, significa fidarci di un domani vago e incerto perchè nessuno può garantirci niente e la necessità di risolvere i nostri problemi non diminuirà. Spesso accade che il timore di sbagliare ci porti a rimandare le nostre decisioni così le nostre preoccupazioni crescono e si moltiplicano se non si è capaci di affrontare il problema originale da cui tutti gli altri provengono. Bisognerebbe aver fiducia nelle nostre decisioni e nella possibilità che abbiamo di poterle cambiare senza timore di sbagliare poichè, sbagliare non è una vergogna, basta avere il coraggio di ammetterlo e di affrontarlo, perchè negarlo persino a se stessi, potrebbe compromettere le basi e una futura sicurezza per ulteriori decisioni. Prendere la decisione giusta forse richiede una grande abilità, ma vivere con le conseguenze, anche se errate, e riuscire a rimediarle, richiede un abilità ancora maggiore. Il compito che ci spetta, non è quello di vivere nell'ombra negativa delle nostre passate esperienze, ma di utilizzarle per poterci avvantaggiare nel domani.
Il passato spetta alla memoria, il futuro alla speranza, ma è nel presente che ci assicuriamo il domani.

giovedì 23 maggio 2013

Sogni

" Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sogno" così diceva Shakespeare.
Considerare la vita come intessuta di sogni è confortante, poichè ci da la speranza di riuscire a realizzare anche nella vita i nostri sogni, ma nello stesso tempo ci illude che le nostre brutte esperienze siano effimere come nei sogni, è quindi in parte verità e in parte illusione.
Il sogno ci serve di sollievo, serve a consolarci dalle disavventure, dai dispiaceri, ma contribuisce anche a rafforzare una visione poco realistica della vita. Nel sogno vigile, cioè a occhi aperti, scegliamo la parte che si preferisce, costruiamo la vicenda a nostro piacimento, diventiamo insomma registi del nostro film sottraendo, quello che è la nostra reale condizione. E' nella nostra avventura onirica che esprimiamo tutto quello che si agita dentro di noi, quello che non riesce a trovare sfogo nella vita vigile o ciò che viene rimosso dalla coscienza, così i sogni non sono altro che sovrapposizioni di conflitti irrisolti, di materiali rimossi, dei nostri motivi di angoscia, che esprimono le ansie, le preoccupazioni già esistenti nella nostra psiche.
Ognuno di noi sogna, anche se non lo ricorda, ed è ciò che ci consente di continuare a riposare poichè, sia che si tratti di un sogno gratificante o meno, questi ha la funzione di sollevarci dall'angoscia, di riconciliarci con la realtà. Può sembrare strano, ma anche i brutti sogni sono importanti. I prodotti della nostra mente, appartengono a un qualcosa che non ha contenuto, così un sogno che fa paura, dà forma a un'angoscia che non ha forma. L'angoscia altro non è che una paura senza oggetto, è il terrore senza nome che ci turba enormemente proprio perchè non è possibile difendersi da qualcosa di indefinito. Il brutto sogno cerca proprio di trasformare qualcosa che ci angoscia in qualcosa che fa solo paura, così da poterci difendere perchè così sappiamo con chi abbiamo a che fare. Ma i sogni esprimono anche i desideri, se non altro servono a indicare la voglia di dialogare con il nostro subconscio o il desiderio di avere una comunicazione più intensa con le persone che amiamo.
Sognare è fondamentale, ma attenzione a non confondere i sogni con la realtà.


mercoledì 15 maggio 2013

Dello scrivere

Scrivere, non mi fa solo pensare a penna, matita, inchiostro, carta, a lettere o a libri, ma non meno, a tracce e a segni di altro genere, a scritti della natura sopratutto, e perciò a immagini che nascono indipendenti dall'uomo, senza volontà, ma che al nostro spirito, danno notizia dell'esistenza, che noi possiamo leggere e che diventano oggetto, sia della scienza che delle arti.
Si può scrivere anche senza penna, pennello, carta o pergamena. Scrivono il vento, il mare, il fiume e il ruscello, scrivono gli animali, scrive la terra quando, da qualche parte corruga la fronte. L'albero scrive i ricordi della sua vita nei suoi anelli annuali. Ogni processo naturale può essere sentito da noi come uno scritto, come espressione, poesia. E' questo l'atteggiamento degli spiriti religiosi, dei poeti e anche dei veri scienziati che non cercano, come i violenti di sfruttare e violentare la natura, nè adorano atterriti le sue forze gigantesche, ma vorrebbero contemplare, capire, intendere, amare. Lode a voi, scritti meravigliosi della natura, indicibilmente belli nella vostra innocenza. Nessun pittore ha mai accarezzato la tela in maniera così scherzosa, amorevole, sensibile e delicata come il vento estivo, quando ha il ruzzo di lisciare, di pettinare e scompigliare l'erba ondeggiante, o quando, gioca con nuvolette, che restano sospese, mentre la luce accende, in arcobaleni della durata di un attimo, i loro orli diafani come un sospiro. O quanto, in questi segni, la caducità e la fugacità di ogni gioia e di ogni bellezza, parla al nostro cuore col suo incanto, irreale eppur base di ogni realtà. Ogni scritto, si cancella entro poco o molto tempo. Lo spirito dell'universo legge tutti gli scritti, per noi è bene averne letti alcuni e intuirne il significato, il senso che si sottrae a ogni scritto, e che pure vi è racchiuso, è sempre lo stesso. Si possono scegliere le parole altrimenti o ordinare le frasi in forme diverse, disporre e utilizzare differentemente i colori sulla tavolozza, servirsi della matita dura o di quella morbida, ma da dire non c'è che una cosa sola, quella detta e tentata così spesso, quella eterna.



Dello scrivere e delle scritture
     Hermann  Hesse
 

sabato 4 maggio 2013

Troppo di niente

Nei paesi prosperi, molti cittadini sono pronti a difendere il loro sistema politico contro ogni ideologia contraria poichè esso si identifica con il loro sistema di vita. Nei paesi ove la prosperità venga a mancare, il governo deve prima provare che è in grado di garantire i bisogni fondamentali della popolazione. L'atteggiamento generale verso il governo nei paesi ove povertà e fame sono i problemi più urgenti, non è più quello della ideologia, ma conta chi può risolvere questi problemi esistenziali.
I partiti servono a dare un volto all'opinione pubblica, a far si che si conosca la realtà della vita di tutti i cittadini, ancor più se meno abbienti, perchè il governo possa operare tenendo conto di ogni situazione.
Ogni singolo dramma, chiunque soffra per una cattiva gestione dello stato, non deve essere sottovalutato, ed il governo non può non tener conto che ha a che fare con esseri umani. In certe circostanze, la disperazione fa compiere atti imprevedibili che, pur non essendo in alcuna maniera giustificabili, coloro che gli compiono non sono i soli responsabili. Deve pur esserci un mezzo che faccia delle limitazioni politiche una questione di coscienza.

Too much of nothing
can make a man feel ill at ease
one man's temper might rise
while the other man's temper might freeze
we cannot mock the soul
oh when there's too much of nothing
no one has control
but when there's too much of nothing
it just makes a fellow mean

Bob Dylan

giovedì 2 maggio 2013

Il progresso

Nonostante i tempi in cui viviamo, non si può negare che la nostra sia la civiltà dei consumi o forse sarebbe meglio dire inciviltà. Da una civiltà prima soddisfatta si un sistema di vita semplice, si è trasformata in una società sempre più assillata dal desiderio di beni materiali e condizionata dai contratti e dai mercati. Inoltre per soddisfare la crescente domanda di beni, non è stata considerata una cosa fondamentale, che la terra non è inesauribile. Il futuro dell'umanità dipende da come saremo in grado di preservare il nostro pianeta.
L'essere umano ha preteso di accrescere il suo tenore di vita senza pensare alla disponibilità delle risorse naturali e senza cercare di preservare quello che rimane della vita allo stato selvatico, non solo per la sua bellezza, ma per la sopravvivenza della nostra specie.
Come se tutto fosse illimitato!
Non sazio di questo, non si preoccupa nemmeno dei rifiuti che esso stesso produce oltre a ciò che comportano le sue esagerate richieste.
Cosa dire poi dell'uso indiscriminato dei concimi chimici, dei veleni, senza dimenticare i coloranti sintetici, gli aromatizzanti artificiali, che sicuramente non fanno bene anzi fanno male, e che male.
Con i conservanti, i coloranti e gli esaltatori di sapidità, cercano di dare un aspetto più gradevole a molti cibi e bevande e un gusto che vorrebbe imitare l'originale, che risulta invece non essere nemmeno lontano parente. Per non parlare degli allevamenti di qualsiasi specie, che costringono gli animali a stare in minuscoli spazi, rimpinzati 24 ore su 24, con mangimi di dubbia provenienza e contenuto di scarsa qualità, atto solo a fargli ingrassare velocemente, procedura sollecitata dall'uso di ormoni e antibiotici.
Questa società ha anche cercato di mettere una specie di guinzaglio alla natura, cercando di addomesticarla, senza rispettare i suoi ritmi naturali, il suo corso. Con gli ogm, la forzatura delle colture, abbiamo tutta la verdura in ogni momento, ma non il suo sapore naturale e chissà se conserva tutte le sue proprietà in questo modo. Forse molti non lo ricordano più, i ragazzi di oggi nemmeno sanno di cosa parlo, ma la frutta e la verdura, aveva un'altro sapore o almeno ne aveva uno. Oggi, una fragola o un melone ha lo stesso sapore di una zucca insipida, così come un pomodoro, o un altro tipo di verdura.
E questa è la roba che arriva sulle nostre tavole, la roba con cui ci nutriamo, questo è il prezzo del progresso.

lunedì 22 aprile 2013

O Italiani, io vi esorto alle storie, perchè niun popolo più di voi può mostrare nè più calamità da compiangere, nè più errori da evitare, nè più virtù che vi facciano rispettare, nè più grandi anime degne di essere liberate dalla obblivione da chiunque di noi sa che si deve amare e difendere ed onorare la terra che fu nutrice ai nostri padri ed a noi, e che darà pace e memoria alle nostre ceneri. Io vi esorto alle storie, perchè angusta è l'arena degli oratori, e chi ormai può contendervi la poetica palma? Ma nelle storie tutta si spiega la nobiltà dello stile, tutti gli affetti delle virtù, tutto l'incanto della poesia, tutti i precetti della sapienza, tutti i progressi e i benemeriti dell'italiano sapere.

                                                                   Ugo Foscolo

domenica 21 aprile 2013

Potere

Quello che più mi infastidisce, è vedere come alcune persone usino altre come strumento per la lotta al potere. Il loro intento, è solo quello di arrivare ai posti di comando, non quello di cercare un bene comune.
Che il fine giustifichi i mezzi, è l'esatto opposto del mio pensiero. Trovo che sia spregevole questo modo di essere se limitato a un interesse personale, se privo di uno scopo grandioso atto a suscitare una forza per il bene comune. Le furberie, gli inganni non sono un mezzo che si possa scegliere tra gli altri. Lo spirito di protesta deve volgere a favore di una più alta causa e non a fini egoistici.


Se gli uomini fussino buoni e prudenti,
chi è preposto a altri legittimamente,
arebbe a usare più la dolcezza 
che la severità,
ma essendo la più parte
o poco buoni o poco prudenti,
bisogna fondarsi più in su la severità,
e chi la intende altrimenti,
si inganna.

F.Guicciardini 

giovedì 18 aprile 2013

Non ho mai voluto distogliere gli altri dal loro credo, dalla loro fede, ne tanto meno sputare sentenze. Ciò che vorrei fare,nel limite delle mie capacità, è risvegliare le coscienze, il dubbio, perchè ognuno possa decidere in maniera libera, autonoma, invece che obbedire e basta.Se pretendi di dire a qualcuno cosa deve fare e dove deve andare, poi non stupirti se te lo dice lui, in due parole dove devi andare.

lunedì 15 aprile 2013


L'abilità, l'interiorità, l'isolamento, la partecipazione, senza il loro fratello opposto non sono completi.
Coloro che istigano contro l'esercizio del proprio pensiero a favore del solo sentimento, privano l'individuo di capacità critica. Così è più facile tenere sottomesso un popolo immaturo che un popolo capace di ragionare con il proprio cervello.



lunedì 8 aprile 2013

Lo spread non si mangia

Mai come ora ci sono stati così tanti suicidi per motivi economici. Ciò che porta a compiere atti così disperati, sono la mancanza di speranza e l'indifferenza.
Ciò di cui mi meraviglio, è di come sia possibile che, nonostante i vari canali informatici tutti i giorni espongano la grave situazione in cui volge il nostro Paese, e non solo quello, ci siano ancora delle persone che sembra non si rendano conto, o non vogliono saperlo, quale sia la realtà di molti cittadini. Forse da loro non arriva la televisione, o magari all'ora di pranzo gli disturba l'appetito sentire di certi drammi e preferisce cambiare canale. I giornali poi, chi li legge più, o solo quelli di gossip e di moda, meno impegnativi e non si corre il rischio di imbattersi in certe notizie che potrebbero rovinare la giornata, già così piena per loro di preoccupazioni. Certo che deve essere faticoso decidere l'abito che bisogna mettere per questa o quella occasione, scegliere il cibo giusto, le vacanze giuste e così via. Si possono anche permettere di buttare ciò che non gli aggrada, mentre molta gente muore di fame, ma loro non lo vogliono sapere, così non devono preoccuparsene. Bisogna stare allegri, non vogliamo mica che diventino tristi per noi, non sarebbe giusto.
Bisogna anche capirli poveracci, non sanno cosa significa affrontare certi drammi, non possiamo biasimarli se vogliono ignorare ciò che per molti è realtà.
Una cosa però voglio chiedervi. Quanta gente deve ancora morire prima che vi rendiate conto della drammaticità della situazione, e prima che qualcuno si decida a porre fine a questi suicidi di Stato?
Un Paese civile non lascia indietro nessuno dei suoi cittadini, e non permette che si debba arrivare a gesti inconsulti prima di decidersi a trovare dei rimedi. Non credete che sia arrivato il momento di occuparsene prima di avere altri morti sulla coscienza?

giovedì 4 aprile 2013

Attrazione

L'attrazione verso un'altra persona, i meccanismi che scattano in ciascuno di noi, sono diversi da individuo a individuo. Fossilizzarsi solo sull'aspetto fisico lo trovo un pò riduttivo anche perchè la bellezza prima o poi passa. Di sicuro è la donna più dell'uomo ad essere attratta più da altre caratteristiche, che non sono quelle esteriori, ma da un'insieme di particolarità caratteriali e intellettive, per così dire, da " un uomo con la testa".
Il cosiddetto sex symbol, se non è accompagnato da altri valori, finisce per stancarci, meglio avere un pò meno muscoli e un pò più di cervello. Ciò che è attraente per qualcuno non lo è per qualcun'altro, ma in genere, una persona che sa quello che dice, con un pò di cultura, piace.
Curare il proprio aspetto, non preclude la cura della mente, così, frequentare oltre alle palestre ed i centri estetici, anche qualche biblioteca e centro culturale, non guasta. Magari aiuta a trovare delle argomentazioni un pò più interessanti quando non sapete di cosa parlare.

lunedì 25 marzo 2013

Fame

Oggi nel mondo, esistono molti problemi in proporzioni più o meno vaste, per fortuna, oltre a chi ne rimane completamente indifferente, esistono persone che si danno da fare per cercare dei rimedi, e sono quasi sempre persone che non vediamo, di cui non si parla, gente lontana dai riflettori ma che hanno a cuore il bene dell'umanità. Forse bisognerebbe dare a questa gente un p'ò più di voce invece di far finta che non esista.
Ci sono sofferenze fisiche, dovute alla mancanza di cibo e di acqua o di malattia, e ci sono anche le sofferenze materiali, come la mancanza di una casa, di un lavoro. Oltre alla fame fisica e materiale, esiste un tipo di fame che accomuna tutte le persone. L'indifferenza, il non sentirsi amati, essere soli, l'essere emarginati, è forse la più grande delle malattie, è la fame dell'anima e della mente.
Le persone possono anche apparire diverse, avere problemi diversi o non averne, tutti però hanno fame d'amore. Già nelle nostre case, in molte famiglie, non c'è tempo gli uni per gli altri, c'è così tanta mancanza d'amore da aver bisogno di essere colmata. L'aridità esteriore, crea ampi deserti interiori, e si corre il rischio di avere sempre più uomini dalle anime vuote, senza più dignità nè coscienza, alla ricerca di una via di uscita che spesso è quella sbagliata. Alcuni, per difendersi dai deserti esteriori, ne prendono le distanze e ricercano valori più profondi, con sempre più bisogno di credere, di trovare un equilibrio per compensare quella mancanza. Ognuno di noi cerca il proprio percorso, il proprio orticello da coltivare per nutrire lo spirito, per non essere contagiati dall'aridità e far si che i deserti non possano moltiplicarsi.
Ciò che manca, è di ritrovare il tempo per gli altri, per i figli, i genitori, per chi ha fame d'amore.
Fai in maniera che chiunque venga a trovarti, possa uscire da casa tua sentendosi meglio di quando è venuto, solo così potrà esser felice di incontrarti di nuovo.



lunedì 18 marzo 2013

Vecchi e giovani

Ultimamente, tra le altre cose, non si fa altro che parlare di giovani, ma cosa si intende per giovani? Esiste forse un'età anagrafica in cui si smette di essere giovani e si diventa vecchi? Io non credo sia così semplice poichè, ciò che fa una persona, non è l'età anagrafica nè il suo aspetto fisico. Non basta che la carta d'identità ti possa collocare in questa o quella categoria, o che il nostro involucro esterno possa dire qualcosa di diverso da ciò che siamo. Quello che più conta, è ciò in cui si crede e come ci si pone rispetto alla società. Non si può certo negare che più il tempo passa e più le nostre forze fisiche tendono a diminuire, ma non sono le sole ad essere importanti, e non per tutto è fondamentale essere al pieno delle nostre forze fisiche, anche la mente ha la sua importanza. Per quello che mi riguarda, si può dire di esser vecchi quando si hanno certi pensieri e non quando si è superato una certa soglia. Se non hai più nessun interesse per ciò che ti circonda, non vuoi sperimentare cose nuove, se niente ti entusiasma più, se le novità e i cambiamenti ti spaventano e pensi che per te sia finita la stagione della speranza, se ciò che è stato è più importante di ciò che ancora deve succedere, se hai cancellato dalla tua vita i sogni e la fantasia, puoi dire di essere vecchio a prescindere dall'età. Comunque la si pensi, ogni stagione della vita ha una durata che non è per tutti uguale, un pò come accade in natura. Alcune volte la primavera è talmente corta da passare quasi inosservata, a volte si congiunge con l'estate in maniera graduale oppure in maniera brusca, ma in ogni caso, ogni stagione ha i suoi aspetti positivi e quelli negativi, così come nella vita. Non è nemmeno vero che l'età voglia dire saggezza, competenza e senso di responsabilità, non esiste un preciso momento in cui si possa dire di esserlo. Ci sono persone che a 30anni sono già vecchie, perchè è vecchio il loro modo di pensare, e ce ne sono altre che sono giovani anche se la loro età dice tutt'altro, senza per questo voler restare eterni bambini, ma perchè è gente capace di rinnovarsi. E' comunque mio parere, che l'ingresso alla vita non si compia mai una volta per tutte, non siamo mai completamente maturi, poichè l'essere umano, non smette mai di evolversi.

martedì 12 marzo 2013

Made in Italy

L'Italia è la nazione che possiede il maggior patrimonio tutelato dall'UNESCO, è la patria della cultura,delle arti e artigianato, ed è ciò per cui è conosciuta ed apprezzata nel mondo. Le opere dei nostri poeti, scrittori, pittori e scultori, architetti, la nostra musica, i prodotti della terra e del territorio, la nostra cucina, l'artigianato espresso in molte forme, la cura dei dettagli e dello stile, il nostro estro e fantasia, non sono comuni a nessun altra nazione. Già nella sua forma l'Italia esprime quanto di unico ci si possa trovare ed è questa la nostra ricchezza, l'abbiamo sempre avuta a portata di mano, ma non siamo stati capaci di prendercene cura, di esaltarne la bellezza, come chiunque altro avrebbe fatto, possedendo un simile tesoro. Da noi sono nati ed hanno vissuto, grandi personaggi come Leonardo da Vinci, Michelangelo, Giotto, Dante Alighieri, per citarne solo alcuni, ma la lista sarebbe infinitamente lunga. Essi ci hanno regalato con le loro opere, che gli hanno resi immortali, alcuni dei più bei capolavori che tutti ci invidiano. Basta guardare qualsiasi turista proveniente da un'altra nazione che, alla vista di tali meraviglie, rimane incantato a bocca aperta ad ammirarne la grandezza, per rendersi conto della nostra stupidità. Per non parlare dei prodotti tipici del nostro Paese, con eccellenze che spaziano dall'olio d'oliva extravergine al vino, dai salumi ai formaggi alla pasta, che andrebbero tutelati come marchio made in Italy ed invece permettiamo che ne venga fatto scempio, con improbabili copie che, non solo ci danneggiano in quanto copie, ma che ne degradano il loro valore per l'uso che ne viene fatto. Basta pensare a quel kit venduto all'estero, dal quale dovrebbe scaturire, non solo un inproponibile vino, ma addirittura sgorgare il succo dei nostri più famosi vitigni, che la gente compra proprio perchè convinta, da ciò che viene riportato sull'etichetta, di comprare la nostra eccellenza italiana. Oppure tutti quei formaggi e salumi scadenti, che vengono spacciati all'estero per i nostri migliori prodotti italiani, riportando sulle etichette non solo un nome che ricorda i più famosi e nemmeno lontani parenti di casa nostra, ma anche la cartina dell'Italia o comunque un nome che può trarre in inganno gli acquirenti ed invogliarli a comprare quei prodotti, proprio perchè il marchio Italiano è una garanzia di qualità. Proprio così, il marchio Italiano, il made in Italy per il resto del mondo, è una garanzia di qualità, ed è sopratutto su quello che dovremmo puntare, invece di voler fare concorrenza a chi produce a poco ma che offre merce di scarsissima qualità e dubbia provenienza.
Si può creare posti di lavoro proprio puntando su ciò che di meglio abbiamo, cercando di valorizzarlo, invece di cercare improbabili strade che ci conducono a competere su cose delle quali potremmo non essere concorrenziali. La strada del cambiamento, non è così lontana, ed è su quella che sarebbe giusto investire. La nostra forza è il turismo, l'arte e la cultura, i prodotti tipici del territorio e della terra, la nostra cucina, il made in Italy espresso in molti settori con estro e competenza e tutto quell'artigianato artistico, artefice di tante belle opere, che potrebbe rischiare di scomparire.    

venerdì 8 marzo 2013

8 marzo

Sono molte le persone che vogliono il bene e spesso fanno il male. Oggi, nella giornata della donna voglio ricordare tutte quelle che hanno subito violenza, sia essa fisica che psichica, tutte quelle che non ce l'hanno fatta perchè, chi diceva di amarle, le amava così tanto che ha pensato di porre fine alle loro sofferenze. Voglio ricordare anche tutte quelle che ci sono riuscite perchè dopo anni di sofferenza, hanno trovato il coraggio di opporsi, e tutti quelli che le hanno aiutate a trovare una speranza, perchè in certe condizioni da sole è difficile uscirne. Chi ama non ci fa soffrire e difendersi non è una vergogna, sono loro che si devono vergognare. Non aspettare che qualcuno ti possa devastare completamente prima di dirigerti verso altre mete.
Che questa giornata non sia solo motivo di festa, ma anche solidarietà verso chi non ha accanto qualcuno che le ama.
Buon 8 marzo a tutte le donne.

martedì 5 marzo 2013

Svegliatevi

In un mondo in cui il diritto di scegliere è sempre più legato al ceto sociale, in cui denaro vuol dire potere, al comune cittadino rimane solo una cosa da fare, esprimere il proprio sdegno. Se un individuo povero ha minore potere economico del ricco, ha però lo stesso peso nella scelta degli individui da mandare al governo.
Chi viene scelto per rappresentarci, ha sopratutto il dovere di difendere i meno abbienti ed i più deboli invece che proteggere speciali gruppi di interessi. Le sue decisioni devono tener conto che ogni singola situazione economica provocherà reazioni nell'intero sistema economico nazionale. Un p'ò come una disfunzione in una determinata zona del corpo produrrà reazioni in tutto il nostro organismo.
Dato che non è possibile soddisfare in una volta tutti i bisogni dei cittadini, si devono prendere delle decisioni economiche, cioè si deve scegliere, così come fanno le singole famiglie al loro interno in modo da progredire, per quanto loro è possibile, verso il benessere. Qualsiasi casalinga lo sà, perchè spesso è costretta a scegliere una cosa rispetto all'altra e spende il denaro di cui dispone in maniera da soddisfare quanto più le è possibile i vari membri della famiglia. Per fare questo, deve però tener conto chi dei vari membri sia più bisognoso, così non farà suddivisioni perfettamente uguali, nè cercherà di accontentare uno solo dei componenti della famiglia, agirà insomma senza favoritismi. In alcune occasioni, cioè in abbondanza economica, il problema della scelta non si pone, così si può parlare di decisione economica solo se la scelta che facciamo implica di dover fare delle rinuncie poichè, un individuo non può spendere più di quanto guadagna, a menochè non si contraggano dei debiti. Viene da se, che in un regime di ristrettezza economica, nessuno può chiamarsi fuori, dal momento che influirà sull'economia di tutti. Tale circolo vizioso può essere interrotto solo capendo che il problema del singolo è un problema anche per gli altri senza che nessuno possa cosiderarsi esente.
Chi governa, prima di soddisfare alcune esigenze, ha il dovere di pensare ai bisogni fondamentali del cittadino che sono rappresentati, da una sana e sufficiente alimentazione, alloggi che consentano una sicurezza per la famiglia, diritto alle cure e quindi difesa per la salute, diritto all'istruzione ed un lavoro per ridare dignità alle persone, garantire insomma un livello decoroso di vita.
Fino ad oggi le cose non sono andate proprio così ed ora ne possiamo vedere le conseguenze ma, quello che non si deve dimenticare è che siamo noi ad eleggere i nostri rappresentanti e che essi sono lo specchio della società intera. Quelli che sono stati al governo, oggi non possono più rappresentarci, in essi non possiamo più riconoscerci perchè il popolo è stanco e nauseato dai loro inciuci, dai privilegi della casta, per non parlare della corruzione, degli sprechi e delle manovre atte solo a salvaguardare gli interessi di chi può garantirgli una poltrona al potere.
Mentre loro si assicuravano stipendi da favola e pensioni milionarie gravando ancora di più sulle spalle dei cittadini, ad essi hanno chiesto ulteriori sacrifici imponendo tasse a chi era già al limite della sopravvivenza invece di, come sarebbe stato giusto fare, togliere i privilegi di casta, far pagare le tasse in base al reddito da patrimonio ed eliminare tutti gli sprechi che da soli bastano a far inorridire qualsiasi cittadino che abbia un p'ò di coscienza. Per non parlare di tutta quella schiera di finti poveri, finti invalidi o finti lavoratori che timbrano il cartellino e poi se ne vanno tranquillamente a fare i cazzi loro, tanto nessuno controlla, dei quali i vari organi competenti sarebbero tenuti ad occuparsi, perchè tutto ciò va a discapito di chi invece è veramente un invalido o un povero o di chi fa il suo dovere, togliendo loro servizi necessari per colpa di tutti quei finti che ne hanno abusato.
Per troppi anni quelli che ci hanno governato hanno solo pensato a tenere il loro culo al sicuro al caldo, comodamente seduti sulle loro poltrone decidendo sulla sorte degli italiani. Mentre il mondo andava a rotoli, non si sono nemmeno accorti che il popolo finalmente si era svegliato e che non si sarebbero mai più accontentati dei loro discorsi vuoti e del fumo che hanno sempre cercato di propinarci. Adesso siete voi politici che state dormendo, credendo di poterci ancora una volta abbindolare, stentando a riconoscere che i cambiamenti che sono avvenuti siano profondi e permanenti, aspettandovi che prima o poi le cose ritornino al loro posto. Svegliatevi, non è così perchè è cambiato il nostro modo di pensare. Se un numero sufficientemente grande crede in una concezione sociale e agisce di conseguenza, i risultati prima o poi si vedono, ed il vostro modo di pensare e di agire è ormai sorpassato.

sabato 2 marzo 2013

Seppure l'amore non debba mettere condizioni e non si può misurare, si ama o non si ama, è anche vero che esistono molti tipi di amore e diversi gradi di intensità.
Quello provato per i propri genitori è diverso da quello provato per un figlio o un fratello o sorella, così come è diverso quello che si prova per il nostro compagno o marito oppure moglie. E' amore anche quello che possiamo provare per un amico o verso il prossimo, un animale o per una passione specifica. Qualsiasi sia il tipo è comunque amore. Oltre questo, c'è da dire che esiste sempre qualcuno che amiamo di più e spesso per rendersi conto quale sia il grado, l'intensità dell'amore, il più delle volte ci risulta quando, per causa di forza maggiore o per scelta, la persona amata è lontana o non fa più parte della nostra vita. Solo allora capisci quanto sia importante, l'intensità di ciò che senti e ti rendi conto di quante cose conoscevi di essa. Amare e conoscere non si possono scindere. Come puoi dire di provare un tale sentimento verso qualcuno che conosci poco, se non ti sforzi di capirlo, di avvicinarti al suo mondo interiore.
E' bello divertirsi insieme, ridere e scherzare, puoi anche sentirti a tuo agio con qualcuno, ma non si deve dimenticare che le persone non sono solo compagni di gioco. Una cosa è certa, la persona che ami di più, è anche quella che conosci meglio. 

martedì 19 febbraio 2013

L'artista

Cos'è che fa di un opera, sia essa un dipinto, una canzone, una musica o uno scritto o qualsiasi altra forma di espressione artistica, un'opera bella o un opera brutta ?
Un'opera, quando nasce è qualcosa di unico, è l'espressione dell'artista che in essa scarica una sua emozione, infatti chi crea, di solito si rivolge solo a se stesso, quello è il suo grido, un moto interiore della sua anima. Ma se ciò che vuole esprimere è comune ad altre persone, le commuove o le rallegra e crea in loro un certo interesse, ecco che l'opera diventa bella, al di là della tecnica. Anche se non fosse perfetta, solo per il fatto di riuscire a trasmetterci una sensazione, un'emozione che è sì dell'artista, ma diventa anche nostra perchè in essa ci riconosciamo, questo la rende bella.
Ed è proprio perchè ciò che è bello può quasi assicurare di per se una certa notorietà, che nascono così molte opere che sono sì belle, quasi perfette nella loro tecnica, ma del tutto prive di originalità, perchè carenti degli iniziali moti interiori dell'artista, della sua anima, di ciò che lo contraddistingue dagli altri. Quelle sono opere create appositamente per un pubblico, studiate per essere smerciate. Per vedere, ascoltare o leggere queste opere, non occorre impegno, non c'è da sforzarsi di capire, nè da avvicinarsi ad esse con amore perchè non c'è niente da capire. Sono solo prodotti commerciali che possono sì provocarci delle sensazioni, ma non lasciano nulla.
Così come tutto ciò che è ammaestrato, ci sembrano troppo piene di contegno, quasi censurate, e la loro perfezione studiata ad arte per essere approvata, finisce per annoiarci, ci sembrano inutili, prive di personalità. L'artista, è prima di tutto artista per se stesso, se poi ha il dono di trasmettere le sue sensazioni anche agli altri, ecco che la sua opera diventa non solo bella, ma ricca di significato. Invece, se il suo scopo è solo quello di conformarsi al gusto del pubblico, non potrà mai raggiungere il nostro cuore, non potrà mai scuotere la nostra anima.
Ci sono canzoni, musica, dipinti e scritti che rimarranno per sempre nel nostro cuore, ed ogni volta che le riascoltiamo o le leggiamo o vediamo, proviamo le stesse sensazioni, un pò come con le persone, ci sono quelle di cui non ricorderemo nemmeno il nome ed altre che non dimenticheremo mai perchè sono riuscite a trasmetterci le loro emozioni, ci hanno lasciato qualcosa di sè.

venerdì 15 febbraio 2013

Segui la tua voce

In ciascuno di voi c'è una forma nascosta che è ancora immersa in un profondo sonno infantile. Destatela alla vita. In ciascuno di voi c'è un richiamo, una volontà e un lancio della natura, un lancio verso l'avvenire, verso più nuove altezze. Lasciate che maturi, che risuoni appieno, abbiatene cura. Il vostro avvenire non è questo o quello, non è denaro o potenza, saggezza o successo. Il vostro avvenire è la vostra via più difficile. Voi avete sempre cercato Dio, ma mai in voi stessi. Voi non siete fatti per essere migliorati, voi siete fatti per essere voi stessi, perchè il mondo si arricchisca di questo suono. Sii te stesso e il mondo sarà ricco, non essere te stesso, sii bugiardo e codardo, e il mondo sarà povero e ti parrà bisognoso di miglioramento.
Non permettete che nessun oratore e nessun maestro vi metta una voce nell'orecchio qualunque sia il suo nome. In ognuno di voi c'è una sola ed unica voce che è necessario ascoltare, la propria. Ascoltate la voce che viene da voi stessi, se essa tace, sappiate che qualcosa è andato storto, che qualcosa non è in ordine, che siete sulla via sbagliata. Ma se la vostra voce canta e parla, oh, allora seguitela ovunque vi attiri.
Sia che lo facciate per voi stessi, sia che lo facciate per il vostro popolo, non dimenticate di dove sgorgano le azioni. Quello di cui c'è bisogno, sono uomini che abbiano imparato a esser se stessi, che abbiano riconosciuto il proprio destino. Essi soli non si accontenteranno dei discorsi e dei decreti e di tutta la burocrazia. Essi soli hanno il coraggio, la temerarietà, il sano gaio umore da cui nascono le azioni.

(tratto da Il ritorno di Zarathustra di Hermann Hesse) 

giovedì 14 febbraio 2013

Buon S.Valentino



Di tutte le cose che ho veduto
te voglio continuare a vedere...
per questo ti amo
e non per questo,
per tante cose e sì poche,
così dev'esser l'amore...
fiorito come le stelle
e smisurato come un bacio.

(Pablo Neruda)